PARLIAMO DI TRADIMENTO

Scritto dalla Dott.ssa Annalisa Barbier

 

IL CONCETTO ESTESO DI TRADIMENTO

La parola italiana “tradire” deriva dal latino “tradere” che significa dare, consegnare, mettere in mano. L’etimologia del termine ci dà molte informazioni sul significato e sulla valenza emotiva che si celano dietro questa parola, la cui accezione è percepita interamente in senso negativo.

Quando si tradisce infatti – che sia la fiducia di qualcuno, un progetto, una comunanza di intenti o un’appartenenza ideologica – di fatto è come se si consegnasse l’elemento di condivisione tacitamente partecipato fino ad allora, ad un’altra persona, ad un’altra situazione, ad un'altra ideologia.

Tradire quindi prevede l’atto di prendere qualcosa per spostarla e consegnarla in altre mani, modificandone l’appartenenza iniziale. Riprendendosela. Portandola via.

Il tradimento ha necessariamente bisogno di una condizione di precedente e manifesto accordo di partecipazione fiduciaria: non può infatti esistere tradimento laddove non siano state prima esplicitamente stabilite una condizione di fiducia e condivisione. Il tradimento è tale dunque, solo laddove sia termine di contrapposizione ad un’appartenenza reciproca ed dichiarata. Proprio perché rappresenta una fuga, una volontaria rinuncia ed un’opposizione alle condizioni precedenti.

Il tradimento ci pone di fronte ad una delle più grandi e dolorose tragedie della condizione umana: l’inconoscibilità dell’altro, la sua imprevedibilità, la sua fondamentale libertà di scelta.

Necessariamente collocato all’interno di un definito e specifico contesto relazionale e temporale, il tradimento esprime nel modo più doloroso ed esplicito, l’autonomia di non-appartenenza, la scelta di individuarsi attraverso l’opposizione e l’allontanamento, il desiderio di essere “altro e diverso” rispetto al passato.

Il traditore abbandona. Esce e se ne va: da una casa, da una relazione sentimentale, da un progetto condiviso, da un gruppo, da un ideale politico o spirituale. Il traditore sceglie il nuovo ed il diverso. Perché nel vecchio non si riconosce più, vi si trova a disagio, vi si sente compresso e abbrutito.

In questo senso, il tradimento ha un potente significato creativo, portando in sé il germe della crescita e dell’individuazione, della ri-definizione e della ri-negoziazione dei propri confini, delle proprie priorità, dei propri bisogni. Il tradito sceglie di “portare altrove” il suo progetto, il suo ideale, la sua emotività per svilupparne differenti aspetti, per essere se stesso in un altro modo, in un altro luogo.

E facendo questo si lascia alle spalle un desolato terreno di dolore, rabbia e delusione.

 

IL TRADIMENTO NELLA COPPIA

Intendo ora parlare del tradimento nel suo contesto più comune e doloroso: la coppia.

Possiamo definire qui il tradimento come una relazione sentimentale e sessuale che viene vissuta con una persona diversa dal proprio partner, con il quale si era precedentemente stabilita una relazione caratterizzata dall’aspettativa condivisa di un progetto, di fiducia e di esclusività.

È un episodio devastante per chi lo subisce, in grado di provocare veri e propri sintomi da Disturbo Post Traumatico da Stress: pensieri intrusivi ed immagini ricorrenti del partner con l’altra persona, ansia generalizzata, difficoltà del sonno e della concentrazione, ipervigilanza, irritabilità. Ad essi si accompagnano inoltre sentimenti di perdita di autostima, vergogna, intensa rabbia e desiderio di vendetta.

Ma l’elemento più doloroso di tutti è la sensazione di avere di fronte un estraneo: non si riconosce più nel proprio partner la persona che si credeva di avere accanto, si ha la sensazione di non averla mai realmente conosciuta, ci si sente improvvisamente e dolorosamente privati di quella stabilità e tranquillità che l’intimità e la fiducia precedenti rendevano possibili. È un po’ come svegliarsi all’improvviso in un’altra realtà: e al dolore e alla rabbia si sommano la paura, ed un profondo senso di smarrimento.

Nell’ambito della penosa situazione che si crea quando ha luogo il tradimento, anche il partner che tradisce può vivere sentimenti desolanti: senso di colpa, pena per la persona tradita, incertezza e senso di smarrimento, perdita dell’autostima e dei propri valori personali, percependosi come un individuo cattivo e disonesto.

Esistono differenti “tipi” di tradimento, dipendentemente dalle ragioni che lo provocano: tradimento “seriale”, tradimento per evitare l’intimità con il partner, per evitare di affrontare i conflitti, per la presenza di una condizione relazionale non più gratificante, per sfidare un sistema di valori non più condiviso, per l’assenza di rapporti sessuali gratificanti, per creare un equilibrio formale finalizzato a mantenere “in piedi” la famiglia.

Analizzo brevemente di seguito, alcune delle motivazioni più frequenti che possono indurre al tradimento:

  1. TRADIRE PER RIFUGGIRE L’INTIMITA’: si verifica quando uno dei partner evita di approfondire intimità, vicinanza e fiducia nella relazione poiché queste lo spaventano e gli provocano ansia. Queste persone restano perennemente in una sorta di “limbo sentimentale” o comfort zone intermedia, senza mai raggiungere una vera complicità, intimità e partecipazione emotiva con l’altra persona. Si tratta di individui con difficoltà legate alla capacità di vivere serenamente ed in modo equilibrato il coinvolgimento emotivo ed intimo nelle relazioni sentimentali. Questa paura dell’intimità agisce come forza distruttiva all’interno del rapporto poiché crea un circolo vizioso in cui il partner evitante si sente assediato dalle richieste di vicinanza emotiva e si allontana ancora di più, mentre l’altro partner – stanco di ripetuti ed infruttuosi tentativi di contatto e condivisione – inizierà a sentirsi frustrato, rifiutato ed arrabbiato, e nel tempo probabilmente cercherà altrove quella vicinanza e quella condivisione di tempo e progetti che non riesce ad avere nella coppia.
  2. TRADIRE PER EVITARE I CONFLITTI: quando in una relazione i partner non sono in grado di affrontare le conflittualità emergenti e l diversità interiori, si crea una situazione in cui la coppia vive una sorta di perfezione asettica e falsata del rapporto. Ci si comporta “come se” andasse tutto bene. Le conflittualità non dette restano segrete e poiché non vengono affrontate né integrate all’interno della coppia, creano un sottobosco di diversità volutamente negate, che troveranno espressione e sfogo in una relazione esterna alla coppia.
  3. INCAPACITA DI RISOLVERE I CONFLITTI: in questo caso la coppia – incapace di affrontare e risolvere funzionalmente i propri conflitti - vive una condizione di rabbia e frustrazione più o meno represse che porta uno, o entrambi i partner, a ricercare soluzioni all’esterno, per ottenere quella gratificazione relazionale e quella serenità che mancano nella coppia.
  4.      RAPPORTI SESSUALI ASSENTI O INSODDISFACENTI: sono molte le condizioni che possono portare alla ricerca di gratificazioni sessuali all’esterno con partner diversi. tra queste, problemi sessuali di uno o entrambi i partner, comparsa di perversioni non agibili all’interno della coppia, uso del sesso come strategia di potere.
  5. CONSERVAZIONE DEL “MITO DELLA COPPIA PERFETTA”: queste coppie, viste dall’esterno, trasmettono la sensazione di possedere una perfetta intesa, complicità, armonia e condivisione. Entrambi i coniugi sembrano essere del tutto felici, affettuosi e cordiali l’uno con l’altro. Ma la realtà è ben distante da questa immagine perfetta: si tratta infatti degli esiti di una serie di complicati meccanismi psicologici finalizzati a coprire la mancanza di una reale intimità, progettualità e complicità. In questi casi, prevale il desiderio di tenere piedi la coppia o la famiglia in quanto tale, a dispetto della creazione di una relazione realmente gratificante e profonda tra i partner. Si mettono da parte quindi le emozioni personali, per far prevalere “ciò che è giusto” secondo i canoni di coppia o famiglia ideale che i coniugi condividono. Il problema è che vivere questa farsa, porta lentamente i partner a sviluppare un profondo senso di frustrazione e disagio, mortificante ed invalidante per lo sviluppo psicologico, portando al tradimento come modalità di espressione e realizzazione di sé all’esterno. Perlomeno, di quelle attitudini e desideri che all’interno della coppia vengono castrate.

Appare evidente come le motivazioni che portano al tradimento – nell’ambito di una relazione stabile – siano spesso profondamente legate alle dinamiche relazionali della coppia più che al singolo partner.

Questo fatto è da considerarsi in molti casi un fattore positivo, di potenziale crescita e rielaborazione della coppia.

 

La psicoterapia di coppia rappresenta un valido aiuto in casi del genere, nella misura in cui rielaborando il conflitto e le motivazioni in maniera aperta e condivisa, rende possibile una rinegoziazione delle regole e delle caratteristiche del rapporto, finalizzata alla costruzione di una coppia maggiormente unita, consapevole e gratificante.

 

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