COME CONTROLLARE LA RABBIA

Dott.ssa Annalisa Barbier

 

La RABBIA è una delle emozioni primarie  (vedi l'immagine) ed ha una specifica origine funzionale, cioè legata allo svolgimento di un compito specifico ed è caratterizzata da manifestazioni espressive, comportamentali e fisiologiche tipiche. Essendo una delle emozioni più primitive, la rabbia è interculturale ed è possibile osservarla sia nei bambini molto piccoli che nelle altre specie animali.

Insieme alle emozioni del DISGUSTO e del DISPREZZO, la RABBIA è inclusa in quella che viene definita la “triade dell’ostilità”. Difficilmente la rabbia si manifesta in condizione di “purezza” ma si manifesta sempre in combinazione variabile con altre emozioni come appunto il disgusto, il disprezzo, la tristezza, o l’irritazione, l’impazienza, il dolore, l’esasperazione ecc.

La rabbia rappresenta la reazione ad una FRUSTRAZIONE o ad una condizione di COSTRIZIONE fisica o psicologica, alla quale cerca di sottrarsi. La Rabbia serve a difendersi, a superare gli ostacoli se si riesce a trasformarla in determinazione e fermezza.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi la rabbia, che esprime un disagio o la reazione ad un evento percepito come minaccioso per la nostra integrità,  si manifesta in maniera esplosiva attraverso comportamenti verbali o fisici, rischiando di far precipitare una situazione relazionale già precaria.

Scaricare gli impulsi ostili sugli altri infatti, anche se rappresenta un “facile” sfogo alla tensione che si prova, a lungo andare compromette in maniera spesso irreversibile le relazioni interpersonali professionali, familiari o amicali, distruggendole.

 

COSA FARE PER “CONTROLLARE” LA RABBIA

La rabbia in molti casi, nasce dal modo in cui interpretiamo un evento o le azioni altrui (un ritardo, uno sgarbo insignificante, una bugia ecc.), e al giorno d’oggi raramente rappresenta la reazione ad una minaccia fisica; la prima cosa da fare quindi è quella di domandarsi: “cosa mi sta facendo arrabbiare così tanto di questa situazione?”. Potremmo renderci conto di essere arrabbiati infatti non tanto per l’evento in sé ma per il valore che gli attribuiamo (attribuzione cognitiva di significato) attraverso una catena di pensieri (dialogo interno) al termine della quale si trova certamente una conclusione che ci offende e ci irrita, ma che non è necessariamente la sola interpretazione possibile. Ad esempio in seguito ad una scortesia da parte dell’impiegato delle poste, il nostro dialogo interno può ruotare intorno al senso di offesa, al fatto che l’altro è un maleducato prepotente, al fatto che non tolleriamo la prepotenza perché ci fa sentire non rispettati o non considerati ecc. E’ esattamente a queste emozioni e sensazioni interne che risponde la rabbia; se si riesce a modificare l’intensità e la convinzione con cui crediamo e pensiamo certe cose (quindi la attendibilità delle nostre CONVINZIONI) si può di conseguenza ridurre l’impatto negativo che esse hanno su di noi.

Nel momento ni cui si sente nascere e montare questa emozione, per evitare che la sua manifestazione senza freni peggiori la situazione in cui ci si trova, sarebbe una buona regola IMPARARE, attraverso l’esercizio costante, a contare davvero fino a 10 ma soprattutto, a porsi le seguenti domande:

1)    La mia rabbia dipende da fattori personali (le mie interpretazioni e le mie convinzioni) che posso modificare?

2)    Questa reazione è oggettivamente giustificata o è in qualche modo eccessiva?

3)    Questa reazione rabbiosa può dipendere solo dal modo in cui personalmente ho interpretato questa situazione?

4)    Quanta parte della mia rabbia è legata al desiderio di ferire, offendere, danneggiare fisicamente, umiliare o sopraffare l’altra persona?

 

Un latro passo importante da fare è quello di domandarsi quali potrebbero essere le conseguenze della nostra rabbia, valutando quindi se vale la pena di provocarle o meno.

In questo modo potremo far si che l’espressione di una emozione tanto importante e potenzialmente distruttiva come la rabbia, resti un’occasione di crescita ed autoaffermazione, senza incorrere nel rischio di combinare guai dei quali potremmo dolorosamente pentirci in futuro.

 

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Commenti: 4
  • #1

    alberto (sabato, 10 agosto 2013 19:49)

    cara annalisa, non sempre la rabbia è distruttiva , piuttosto che diventare apatico, passarci su,megliouna bella incazzatura .risultato,o ti rispettano o ti temono. ok contar e sino a 10, ma mai farsi sopraffare
    x
    ciao alberto decadri

  • #2

    Annalisa Barbier (domenica, 11 agosto 2013 11:56)

    Gentile Alberto,
    certamente la rabbia non è sempre distruttiva: molto dipende da come viene espressa e dalle conseguenze che provoca. Non bisogna confondere la rabbia in quanto emozione, con quelle che sono le sue manifestazioni comportamentali. In linea di massima, a mio avviso, si possono esprimere la propria rabbia ed il proprio disappunto senza necessariamente ricorrere ad insulti o comportamenti aggressivi, che solitamente peggiorano la situazione. Il rispetto si può ottenere anche con la fermezza e la coerenza (inutile dire che occorre che sia reciproco) altrimenti, se per farci rispettare alziamo la voce più del nostro interlocutore, rischiamo soltanto di innescare una pericolosa spirale di aggressività , o di ottenere dall'altro una forma di rispetto "falsata" dall'intimidazione e dalla sopraffazione.

  • #3

    Annalisa Barbier (domenica, 11 agosto 2013 12:01)

    Nella mia esperienza ho potuto verificare che spesso le persone più rabbiose ed aggressive sono anche le più psicologicamente fragili, coloro che maggiormente temono di non essere capaci di farsi rispettare o di essere sopraffatte dall'altro. Quello che manca è l'educazione ad una sana espressione di sé, che sia rispettosa sia delle proprie ragioni che di quelle dell'altro.

  • #4

    annalisabarbier (martedì, 15 aprile 2014 17:54)

    "Cara Annalisa in questa tua descrizione di come l'ansia la costrizione ti porta ad essere una persona piena di rabbia mi calza purtroppo appieno, con le conseguenze che ciò comportano in campo
    affettivo. Hai qualche altro consiglio, oppure un libro da leggere? Ti ringrazio e spero di vedere presto una tua risposta. Luca"
    Gentile Luca, ti ringrazio per la domanda e t elenco alcuni libri semplici che potrebbero esserti utili:
    1) TRASFORMARE LA RABBIA, di Less Carter
    2) GESTIRE LA RABBIA-IPNOSI, con CD di Charlie Fantechi
    3) CHE RABBIA! di Albert Ellis che ti consiglio caldamente