COME RICONOSCERE L'AUTISMO

 

di Francesca Grimaldi

 

 

 

L ‘autismo è un grave disturbo dello sviluppo, che interessa circa 4 bambini su 10.000. Si manifesta attraverso una grave compromissione della capacità di comprendere l’ambiente sociale e di interagire con esso e con l’incapacità di sviluppare relazioni sociali normali. I bambini autistici presentano ritiro, passività o petulanza. Essi trattano persone e cose allo stesso modo.  Non riescono ad identificare le emozioni degli altri individui  e ad attribuire loro degli stati mentali. Questa abilità sociale, che è alla base dell’intelligenza emotiva, viene definita come “teoria della mente”. Essa consiste nella capacità di immaginare come gli altri individui si sentono di fronte a determinati eventi, cosa provano e desiderano. Si tratta in definitiva della capacità di attribuire stati mentali a se stessi e agli altri e di fare ipotesi su ciò che le persone pensano in una determinata situazione, riuscendo a prevederne il comportamento. La teoria della mente non sembra dipendere da capacità cognitive generali, ma appare come un aspetto distinto e modulare della cognizione umana.

 

Si ipotizza che l’origine della teoria della mente sia  il risultato del prodotto di milioni di anni di evoluzione umana ed è caratteristica solo dell’homo sapiens, mentre non è presente negli scimpanzé. Nell' evoluzione delle specie è stato, infatti, assai utile riconoscere le emozioni di paura o di rabbia nel volto dei propri simili, per salvarsi da un potenziale pericolo.

 

E’ stato individuato un circuito speciale nel cervello umano che elabora le informazioni del mondo sociale e che viene chiamato, pertanto, cervello sociale. Questo circuito è costituito dalla corteccia prefrontale mediale, dalla giunzione parietotemporale, il cingolo anteriore, l’ insula e l’ amigdala. Queste aree si attivano specificamente quando i soggetti cercano di riconoscere pensieri e sentimenti di altri individui, mentre sono scarsamente attive nei soggetti autistici che svolgono la medesima attività.

 

Possedere una teoria della mente presuppone una rappresentazione mentale astratta della realtà, che compare dopo il secondo anno di età e sta alla base del gioco di finzione. Quest’ultimo costituisce una delle attività ludiche preferite in età evolutiva e si può osservare quando, ad esempio, la  bambina finge di essere la mamma che dà il biberon e culla la sua bambola, o quando il bambino finge di essere un pompiere che spegne un incendio. Questo tipo di gioco non è presente nei bambini autistici, neanche in quelli affetti dalla sindrome di Asperger, in cui non è compromessa la capacità verbale ed il quoziente intellettivo si mostra uguale o superiore alla media.

 

A 4 anni un bambino normodotato possiede già un’esplicita teoria della mente, ovvero comprende cosa provano le altre persone in determinate situazioni.

 

 

 

I predittori dell’autismo

 

Nei bambini con sviluppo tipico, sin da un anno di età, si manifestano dei precursori dello sviluppo della teoria della mente che sono l’attenzione congiunta (ossia la capacità di guardare nello stesso punto indicato dall’adulto) e il gioco di finzione. Nell’ autismo e nella sindrome di Asperger mancano entrambi questi aspetti  e la loro assenza viene considerato un forte predittore di una successiva diagnosi di autismo. In ogni caso, in presenza di difficoltà nello sviluppo sociale e nella comunicazione, di interessi insolitamente limitati e ristretti e quando vi è un comportamento fortemente ripetitivo e stereotipato, deve nascere il sospetto di autismo. Ciò è importante ai fini di un precoce inquadramento diagnostico e di un intervento terapeutico tempestivo.

 

Il dubbio di un disturbo dello spettro autistico, può insorgere quando a 14 mesi il bambino  non mostra attenzione nei confronti di un oggetto o di una persona indicati dall’adulto e non segue  lo sguardo dell’interlocutore. Non  guarda  il volto e gli occhi del genitore e non presta  attenzione a ciò che ne ha attirato l’interesse. A due anni, a differenza dei coetanei, i bambini autistici non capiscono che nel gioco di finzione si sta solo facendo finta di compiere un' azione, ma che questa non è reale.  A 4 anni, non riconoscono quando una persona ha una credenza errata sulla realtà. Inoltre, non riescono a capire l’inganno, infatti tutti i bambini affetti da disturbi dello spettro autistico, credono che tutti dicano la verità e  possono rimanere sconvolti dall’idea che gli altri potrebbero dire cose diverse da quelle che pensano.  A 9 anni, i bambini con sviluppo tipico capiscono cosa potrebbe offendere i sentimenti altrui e cosa è meglio non dire, a differenza degli autistici che presentano un ritardo di circa 3 anni in questa abilità. Sempre a 9 anni, i bambini con sviluppo tipico, sanno interpretare le espressioni di un’altra persona, osservandone lo sguardo per dedurre cosa pensa e prova in quel momento. Gli autistici o i soggetti affetti dalla sindrome di  Asperger, anche da adulti, non riescono in questo compito.  Questo spiega perché, senza una teoria della mente, gli autistici sono disorientati dai comportamenti degli altri che gli appaiono minacciosi e inspiegabili. La conseguenza è che il bambino autistico si ritira in se stesso, evitando un ambiente sociale che non comprende e che gli genera un senso di confusione, smarrimento e disorientamento.