7 CHIARI INDICATORI CHE STAI VIVENDO UNA RELAZIONE TOSSICA

(Foto tratta dal "Newsweek")

 

 

 

Scritto da: Annalisa Barbier

Se stai vivendo una relazione caratterizzata da continui alti e bassi (come se fossi sulle montagne russe), comportamenti manipolativi, abusanti e svalutanti da parte dell’altro, da un continuo e crescente stato di allerta, dal timore che da un momento all’altro possa esplodere una lite o l’altro possa arrabbiarsi e colpevolizzarti per qualsiasi piccolezza… può darsi che abbia a che fare con un partner narcisista.

Il modo migliore per capire se si tratta di questo è osservare l’eventuale presenza dei sintomi caratteristici della Sindrome da Abuso Narcisistico. Il termine tecnico per questa condizione di sofferenza è C-PTSD (Complexe-Post Traumatic Stress Disorder) ossia Disturbo Post Traumatico da Stress Complesso, caratterizzato sia da sintomi molto invalidanti, che l’ICD-11 riassume in 3 tipologie principali:

1)    Risperimentazione: ossia la tendenza a rivivere improvvisamente memorie vivide ed intrusive di situazioni traumatiche, come flashback o incubi;

2)    Evitamento: la tendenza ad evitare stimoli interni (come pensieri o ricordi) ed esterni (come luoghi, situazioni o persone) in qualche modo associati al trauma;

3)    Iperattivazione: costante condizione di ipervigilanza e risposta esagerata agli stimoli percepiti come allarmanti;

sia da ulteriori e più profonde compromissioni, legate alla difficoltà di regolare le proprie emozioni e di controllare gli impulsi (scatti di rabbia, aggressività, autolesionismo, abuso di sostanze) anche in risposta a stress minimi, difficoltà nel fidarsi degli altri e dunque ad avere relazioni sane e gratificanti, poiché si tende ad essere sospettosi e ad isolarsi, e disturbi della percezione di sé (percepirsi come del tutto impotenti, colpevoli o incapaci o sperimentare senso di colpa e vergogna costanti).

La sindrome da abuso narcisistico può essere assimilata al C-PTSD ed è in grado di compromettere profondamente le aree di funzionamento sociale, emotivo e relazionale di chi ne è affetto.

Molte persone che vivono relazioni abusanti (psicologicamente o anche fisicamente) con partner narcisisti, stentano a rendersi conto di cosa realmente si tratti finché il loro malessere non raggiunge o supera il livello di guardia, diventando fonte di problemi sociali, lavorativi e di salute. A quel punto si chiedono cosa ne sia stato della meravigliosa e idilliaca relazione iniziale e come sia potuto accadere che si trasformasse in una specie di incubo. La reazione automatica è quella di sentirsi responsabili di questa rovina, tendendo ad attribuirsi la colpa di aver portato l’idillio a diventare l’intricata, incomprensibile, abusante e straniante relazione che oggi fa soffrire. Questo accade soprattutto perché i partner narcisisti hanno un atteggiamento costantemente svalutante e ambiguo nei confronti dell’altro, al punto di portarlo a convincersi di non fare nulla di giusto e di non essere mai in grado di soddisfare le loro sempre mutevoli, incostanti e contraddittorie aspettative.

Allora succede che si inizino a leggere pagine su pagine sul narcisismo e sulle relazioni abusanti ma è difficile fare ordine e comprendere come stiano davvero le cose. Un modo molto utile per fugare dubbi e confusione è quello di spostare l’attenzione dall’altro su di sé: invece di chiedersi cosa abbia l’altro che non va, occorre iniziare seriamente a domandarsi: “come mi sento io?”, “Come sto?”, “Cosa mi sta succedendo?”. Esistono infatti segnali affidabili e chiari, indicativi di una relazione abusante con un partner narcisista, e hanno tutti a che fare non tanto direttamente con i suoi comportamenti quanto piuttosto con la risposta alla domanda: “in che modo il comportamento del mio partner mi colpisce e influenza la mia vita?”

La coach americana Kim Saeed, nel suo programma di recovery dall’abuso narcisistico, elenca 6 indicatori di una relazione con un partner narcisista, ai quali ho aggiunto un ulteriore indicatore che è la presenza di invalidanti pensieri ossessivi.

 

Eccoli di seguito:

1.    TI SENTI SEMPRE SOLA. Assolutamente sola nel profondo dell’anima, anche se il partner vive, mangia e dorme con te. Puoi trovarti a fantasticare sul desiderio di qualcuno che ti abbracci e ti ascolti, che ti faccia sentire meno sola o triste. Il fatto è che, pur vivendoci insieme, hai accanto non una persona ma una specie di “maschera” o miraggio di qualcuno che in realtà non esiste. Di fatto sei sola, e lo senti. Potresti avere la sensazione chiara che il partner ti resti accanto o ti “sopporti” semplicemente perché gli fa comodo per qualche ragione, e accorgerti che ogni tentativo di comunicazione ti lascia ogni volta esausta, inascoltata e frustrata, perché a l’altro non interessa nulla di te e ancor meno di ciò che hai da dire. Una persona che ti ama desidera trascorrere del tempo con te, saperti felice e al sicuro, avere cura di te. Come scrive l’autrice americana Susan Anderson in “The Journey from Abandonment to Healing” (il viaggio dall’abbandono alla guarigione): “Quello dell’abbandono è un dolore particolare – un dolore potente, universale per tutti gli esseri umani. Questo dolore può essere acuto come quando affrontiamo la fine di una relazione o cronico, come quando riviviamo l’impatto delle perdite precedenti. La ferita dell’abbandono è profonda e invisibile. Ci tira con forza rendendo difficile lasciar andare il passato, è sempre attiva sotto la superficie, trasformando la paura primitiva in stati di disconnessione, delusione e perdita, generando sentimenti di profonda insicurezza e dubbio che persistono nelle relazioni future. Una ferita da abbandono irrisolta è la fonte primaria di auto-sabotaggio”(traduzione a cura di Annalisa Barbier)

2.    NON TI SENTI MAI “ABBASTANZA”. Anche se hai raggiunto importanti obiettivi professionali, di studio e personali, se ricevi complimenti per le tue capacità o il tuo aspetto fisico, finisci con il sentirti come un impostora. Nonostante i riconoscimenti che vengono dall’esterno, il narcisista sembrerà non farci caso o addirittura prenderti in giro per questi. Un partner narcisista svaluta o ignora i tuoi successi non solo perché ha bisogno di sentirsi superiore, ma anche perché vuole compromettere la tua autostima e la fiducia che hai nelle tue capacità e nel tuo valore; perciò deve farti sentire sempre come se non fossi realmente in gamba, capace o di valore, come se i riconoscimenti esterni fossero solo un caso fortuito perché provengono da chi non ti conosce abbastanza (una frase che ricorre spesso è: “dicono così perché non sanno davvero che razza di persona spiacevole-debole-incapace tu sia”). Questo lavorio sotto-soglia, subdolo e continuo, erode gradualmente e inesorabilmente l’autostima, la fiducia in sé e la forza di chi lo subisce, portandolo a sentirsi sempre più incapace, sbagliato, “cattivo”, di poco valore. Se ti rendi conto che, da quando sei nella relazione, ti senti svuotata e insignificante, fallita o incapace - sia nella relazione che in generale nella vita - considera la possibilità che si tratti di un sintomo della sindrome da abuso narcisistico.

3.    TI SENTI INCASTRATA E FAGOCITATA DALLA RELAZIONE. Due tratti caratteristici della relazione con un partner narcisista consistono nel sentirsi “fagocitate” dalla relazione, perché il partner sembra risucchiarti in ogni momento della giornata: mail, messaggi, chiamate, richieste, controllo continuo, pretese di essere al centro dell’attenzione. Spingendoti a trascurare e allontanarti gradualmente da amici e familiari, per concentrarti unicamente sul partner. L’altra caratteristica tipicamente presente è la sensazione di “camminare sulle uova” ogni volta che hai a che fare con lui, nel timore che da un momento all’altro possa arrabbiarsi o accusarti di qualcosa che hai - o non hai - fatto. Si tratta di una sensazione, profonda e persistente, di ansia e ipervigilanza, che deriva dal fatto che sai che il partner si arrabbierà con te o mostrerà la sua delusione nei tuoi confronti, ma non sai per quale ragione né in quale momento ciò accadrà. Dunque ti preoccupi sempre più spesso di prevenire ciò che potrebbe irritarlo o indispettirlo, ed ogni tua azione è preceduta da un’analisi ossessiva e dettagliata di quello che potrebbe dargli fastidio. Ma si tratta di uno sforzo inutile perché le sue motivazioni sono volatili, mutevoli e spesso imprevedibili. Ricorda: una relazione sana non ti fa sentire come una prigioniera, ma ti permette di essere te stessa e di vivere ed amare le tue persone care.

4.    STAI RINUNCIANDO AI TUOI VALORI E ALLA TUA INTEGRITA’. Ti sei accorta, più o meno improvvisamente, di aver gradualmente rinunciato alla tua integrità; attraverso una serie costante di compromessi nella relazione, hai lentamente iniziato a tollerare o addirittura a condividere scelte, decisioni e comportamenti che prima erano contrari ai tuoi valori. Valori per i quali avevi persino lottato nelle relazioni precedenti. E ti accorgi di averlo fatto perché quello rappresentava l’unico modo per dimostrare i tuoi sentimenti al partner, per cercare di essere amata o trattata con amore, considerazione e rispetto: così ti sei ritrovata a guardare film porno nonostante ti disgustassero, ad accondiscendere ad atti sessuali che ti hanno ferita, a lasciare un lavoro che ti dava soddisfazione o a prendere le sue parti nelle discussioni con le persone care, nonostante non fossi d’accordo, pur di non perderlo. Ti sei accorta però che tutto questo non è servito a cambiare il suo atteggiamento nei tuoi confronti, anzi probabilmente rappresenta per il partner oggetto di scherno e di offesa nei tuoi confronti. Anche questo può essere un chiaro segno della relazione abusante che stai vivendo: chi ti ama non ti mette nella condizione di dover scendere a compromessi così pesanti con te stessa ed i tuoi valori, e mai ti chiederebbe di rinunciare alla tua integrità.

5.    SENTI DI NON VALERE NIENTE A CAUSA DELLE CONTINUE OFFESE. Offese ed insulti più o meno velati o fatti passare per “scherzi” o battute sono all’ordine del giorno nelle relazioni abusanti. Il continuo uso di nomignoli ed epiteti apparentemente innocui ma profondamente offensivi, in quanto prendono spunto dalle tue fragilità, rappresenta una forza potenzialmente devastante nei confronti della tua autostima: chiamarti spesso “instabile”, “isterica”, “pazza”, “piagnona” o in qualsiasi altro modo offensivo, rappresenta un comportamento finalizzato a ferirti, indebolirti e portarti a mettere in discussione te stessa ed il tuo valore. Gli insulti (non tanto quelli rari e occasionali contestualizzabili in una singola lite, quanto quelli frequenti, abituali e costanti) sono una forma di abuso psicologico diretto a sminuire, svalutare e ridicolizzare l’altro, e possono avere luogo sia durante una franca esplosione di rabbia che in maniera subdola nelle conversazioni quotidiane o sotto forma di scherzo: ad esempio dirti di essere “troppo sensibile” per poi, di fronte alla tua reazione dispiaciuta o offesa, accusarti di non avere senso dell’umorismo e non comprendere che lui “stava solo scherzando”. Si tratta di vere e proprie attività di erosione del senso di identità e del sé basate su offese dirette alla persona e fatte passare sotto forma di battuta, che mettono la vittima nella condizione di non saper più cosa pensare del comportamento dell’altro. È questo il momento in cui ci si rende conto che parole e fatti seguono vie completamente divergenti e la confusione che ne deriva può essere davvero destabilizzante: chi è davvero il partner? L’amorevole compagno che dice di essere o lo sgradevole personaggio che offende, manipola e sminuisce la mia persona? Io credo che si debba stabilire un netto confine tra lo scherzo e l’offesa chiarendo le proprie posizioni in merito, e smettendo di accettare gli insulti, più o meno velati, anche se fatti passare per consigli (ad esempio: “te lo dico per farti diventare più forte”), sfoghi o semplici battute. Forse hai avuto un’infanzia caratterizzata da maltrattamenti psicologici o fisici e, in qualche maniera, essere maltrattata non è per te una cosa nuova o intollerabile… nonostante questo devi farti forza e guardare dall’esterno cosa accade: se ti umilia, ti svaluta e ti offende, ti mette in imbarazzo o ti fa costantemente sentire in colpa NON PENSARE CHE IN FONDO SIA NORMALE e ricorda che non sei tenuta a dimostrare il tuo amore o il tuo valore accettando tutto questo.

6.    I CONTINUI ALTI E BASSI NELLA RELAZIONE TI HANNO PORTATO ALL’ESAURIMENTO.Il rinforzo alternato costituito dal continuo avvicendarsi di liti, allontanamenti e rappacificazioni, rappresenta uno stimolo molto forte a restare nella relazione poiché si basa sulla creazione e il mantenimento dell’aspettativa che, prima o poi, la relazione tornerà ad essere bella e gratificante come ai primi tempi. Un’altra tattica utilizzata spesso dai partner narcisisti e della quale si parla molto è il trattamento del silenzio: si tratta di una forma di punizione inflitta quando il narcisista non ottiene ciò che vuole e fa leva sulla paura dell’abbandono nel partner cosi che, quando il narcisista torna o riapre il dialogo, questi è talmente addolorato o spaventato da cedere e riaccoglierlo con grande sollievo e senza porre alcuna condizione. Ripetuti cicli di allontanamento e riavvicinamento possono essere davvero esasperanti e farti sentire a terra, debole, confusa, destabilizzata ed emotivamente indifesa. Può inoltre accadere che sia tu a doverlo pregare di tornare insieme o di perdonarti (anche se SAI di non aver fatto davvero nulla di male); senza contare le volte in cui al suo ritorno, il partner abusante pretende di stabilire condizioni per te spiacevoli. Questo tipo di comportamento a rinforzo alternato spiega la comparsa di pensieri ossessivi e cravingquando il partner narcisista si allontana, che a loro volta sono responsabili delle ricadute nella relazione dopo un periodo di no-contact. Non è infrequente infatti, durante i periodi di no-contact, sperimentare pensieri ossessivi disturbanti ed intensi e comportarsi come se si stesse ancora insieme al partner.

7.    PENSIERI OSSESSIVI. Se ti chiedi costantemente a che punto è la relazione, come stanno andando le cose tra di voi, cerchi rassicurazioni sulla forza del legame che vi unisce, sulla validità del vostro rapporto e rimugini costantemente su cosa hai fatto bene o su cosa hai sbagliato, sul tuo ruolo nel rapporto, sulle possibili colpe o responsabilità che hai… hai a che fare con un altro segnale di una relazione abusante. Soprattutto se finisci sempre con il credere che la responsabilità di come stanno andando le cose tra voi sia tua e solo tua. 

Se a questi segnali se ne aggiungono altri come i cambi repentini di umore, la tendenza ad isolarti, una profonda tristezza apparentemente immotivata, perdita di motivazione ed energia, ansia, irritabilità, disturbi del sonno e della condotta alimentare e disturbi fisici di vario tipo, probabilmente stai sperimentando i sintomi di quella che viene definita Sindrome Da Abuso Narcisistico, che si verifica nelle persone che subiscono abusi emotivi e rappresenta l’esito di un profondo trauma relazionale.

Potrebbe essere necessario districarti e distaccarti dalla relazione tossica in questione poiché i danni provocati da questo tipo di trauma devono essere considerati seriamente. In questo caso possono essere molto utili i numerosi libri e i video facilmente reperibili sull’argomento, i gruppi di condivisione o i forum; ma è saggio anche rivolgersi ad un professionista che sia preparato in materia, per essere aiutata ed accompagnata nel percorso di recupero e guarigione. Che è sempre auspicabile e possibile grazie a coraggio ed impegno.

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Commenti: 2
  • #1

    Germana (martedì, 21 aprile 2020 20:58)

    Salve dottoressa, mi sembra chiaro che esista un “ modello” di soggetto abusante ( di solito uomo); ediste anche per caso un “ modello di donna abusata”? Ossia, ci sono delle caratteristiche tipiche che ritroviamo nelle donne abusate e che esistevano già prima dell’inizio della relazione? Grazie

  • #2

    Annalisa (giovedì, 07 maggio 2020 14:13)

    Gentile Germana, la sua è una domanda che richiederebbe una lunga risposta. Posso dirle intanto che non sono solamente gli uomini ad avere comportamenti abusanti ma anche le donne, e spesso, solo con caratteristiche diverse.
    In merito al "modello di donna abusata" è facile scadere in un atteggiamento colpevolizzante della vittima o in una sorta di sua "vittimizzazione secondaria". Posto che a nessuno piace vivere relazioni abusanti, infelici e dolorose, la complessità delle dinamiche sottostanti e la varietà dei contesti di provenienza delle donne che vivono relazioni di questo tipo non ci permette di fare generalizzazioni superficiali. Le ricerche mostrano alcuni aspetti frequentemente riscontrati - non assoluti né generalizzabili a tutte - che possono riguardare l'aver vissuto in contesti familiari o sociali disfunzionali o all'aver vissuto eventi traumatici.
    Personalmente non me la sento di affermare che esista alcun modello di donna abusata, perchè le forme dell'abuso sono tante e diverse quanto le persone che le subiscono o le perpetrano. Diverse sono anche le motivazioni, i contesti in cui avvengono, e le risorse più o meno disponibili per farvi fronte.