NARCISISMO  E DISTURBO DI PERSONALITÀ NARCISISTICO

«Il narcisismo denota un grado di irrealtà nell'individuo e nella cultura (...).

La nostra epoca è caratterizzata dalla spinta a trascendere i limiti e dal desiderio di negarli. Ma i limiti esistono»  

Lowen, 1983

«Il narcisismo denota un investimento nell'immagine invece che nel sé. I narcisisti amano la propria immagine non il loro sé reale. Hanno un senso di sé debole, e non è in base ad esso che orientano le loro emozioni. Ciò che fanno è piuttosto diretto ad incrementare l'immagine, spesso a discapito del sé».

Lowen, 1984

INTRODUZIONE

Dott.ssa Annalisa Barbier

 

Il termine “narcisismo” è stato mutuato, come molti termini della tradizione psicoanalitica, dalla sfera della mitologia, per indicare un concetto molto importante: l’amore di Sé. Questo amore di Sé tuttavia, che rappresenta anche un aspetto sano e fondamentale nello sviluppo dell’individuo, come accade nel mito può raggiungere un’intensità così forte e assoluta da rendere impossibile alla persona vedere l’altro al di fuori di Sé. Infatti Narciso muore, nel tentativo di unirsi alla propria immagine perfetta, dopo aver negato ad Eco di offrirgli il suo amore. In questo mito vediamo come l’altro – per il narcisista – è pura illusione, immagine, mera rappresentazione, riconoscibile esclusivamente nella misura in cui è capace di restituirgli quell'immagine di perfezione, potere, distacco e superiorità tanto necessaria al suo fragile Sé.


Questionario sul narcisismo

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Il seguente test è tratto dal sito americano dedicato ai programmi di recupero
da abuso narcisistico (cioè dagli abusi psicologici e dalle violenze psicologiche
inferte dalle personalità narcisistiche): http://www.melanietoniaevans.com
E’ stato sviluppato come risultato di precedenti ricerche e sulla base
dell’esperienza personale dell’autrice e di quelle riportate dalle vittime di abusi
narcisistici, tuttavia NON RAPPRESENTA UNO STRUMENTO DIAGNOSTICO
NE’ TERAPEUTICO, AVENDO IL SOLO SCOPO DI FORNIRE
INDICAZIONI GENERALI sulla base delle quali ricorrere - se necessario - al parere di un esperto.
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BREVE STORIA DEL NARCISISMO

Dott.ssa Annalisa Barbier

 

Negli anni, molti importanti autori hanno elaborato diverse ed integrate teorie in merito al narcisismo come manifestazione sana o patologica dell’amore di Sé e delle relazioni  con l’altro. A partire da Freud, il termine “narcisismo” ha via via assunto diversi significati: Freud (1914 - 1922) definì il “narcisismo primario” come un investimento libidico originario dell’Io ad uno stadio intermedio tra autoerotismo ed investimento oggettuale; successivamente definì il “narcisismo secondario” come un ripiegamento della libido sull’io dopo essere stata sottratta ad altri investimenti oggettuali (relazione con l’altro); Ferenczi nel 1913 lo considera una forma di onnipotenza incondizionata; Reich ne sottolinea l’aspetto difensivo di corazza caratteriale (1922). Molto più tardi, Kohut (1971-1977) indica l’aspetto fisiologico e sano del narcisismo, inteso come amore e stima di Sé, distinguendo tra bisogni narcisistici (di rispecchiamento e idealizzazione) e patologia narcisistica, caratterizzata quest’ultima da una fissazione al Sé grandioso ed esibizionista e ai suoi bisogni. Kernberg (1975) considera un narcisismo “normale” indicativo di investimento libidico su un Sé integrato, ed un narcisismo “maligno” o patologico come investimento su una struttura patologica del Sé (formata dalla fusione di Sé ideale, immagine ideale dell’altro e immagine reale di Sé), che si sviluppa in seguito alla carenza di cure da parte di genitori anaffettivi o passivo-aggressivi e manipolatori, inducendo i figli a sviluppare per difesa dal dolore, una percezione grandiosa di sé.

Gabbard (1989) distingue tra due forme di narcisismo: l’ipervigile e l’inconsapevole. Il primo indica un soggetto  estremamente sensibile alle critiche e alla approvazione degli altri, che prova facilmente vergogna ed umiliazione ed è costantemente attento a non incappare nella disapprovazione, nella critica o nel rifiuto. Questo soggetto si sente costantemente inadeguato, appare attento, schivo e timido. Il narcisista inconsapevole di contro, pur essendo guidato dal medesimo bisogno di approvazione e ammirazione resta inconsapevole di ciò che suscita negli altri, ed appare superiore, distaccato e freddo.

Nel 1993 Masterson distingue tra un narcisismo “gonfiato/esibizionistico” (inflated/exhibitionistic), caratterizzato dalla rappresentazione grandiosa di sé e dalla susseguente denigrazione dell’altro che non riconosce tale grandezza,  e un narcisismo “celato” (closet) caratterizzato dalla evidente bassa considerazione di sé e dalla presenza di cronici sentimenti di vergogna, rifiuto ed umiliazione. Wink a sua volta individua due categorie di narcisisti: il narcisista overt ed il narcisista covert. Il primo (OVERT) mostra una autostima “gonfiata” da senso di grandeur  associata a bassa tolleranza alle critiche, atteggiamento sicuro di Sé e svalutante dell’altro, bassa ansia sociale, tendenza a dominare, comandare e sopraffare, distacco nelle interazioni sociali, anaffettività ed evitamento delle relazioni intime – che denigra e deride in quanto pericolose (l’intimità ed il contatto con l’altro possono seriamente minare la sua grandiosa immagine di Sé). Le caratteristiche del narcisista COVERT sono molto simili a quelle dell’ipervigile di Masterson: ipersensibilità a critiche e rifiuto e paura dell’abbandono, che danno luogo ad una elevata costante ansia sociale. Nelle relazioni prevalgono la componente preoccupata/ansiosa ed il timore di essere abbandonato; il narcisista covert mostra  svalutazione di Sé e idealizzazione dell’altro, tendenza ad essere ipercritico ed introverso e può presentare aspetti depressivi.  In entrambi i casi (overt e covert) si tratta di persone agite da costanti fantasie di invidia, grandezza e riscatto, che hanno un grande bisogno di conferme ed ammirazione costanti e si relazionano con l’altro con l’aspettativa che tutto sia loro dovuto, ricorrendo a manipolazione, sfruttamento, reificazione dell’altro, atteggiamenti arroganti di sopraffazione e controllo, irritabilità e difficoltà a controllare gli impulsi, la rabbia e la frustrazione.

Beck  - in una prospettiva cognitiva - rileva la presenza di pensieri distorti tipici della personalità narcisista, strutturatisi in seguito ai messaggi diretti ed indiretti che le figure genitoriali hanno mandato al bambino, costituiti da aspettative estremamente elevate nei suoi confronti, associate a critiche feroci  e mancato riconoscimento delle sue emozioni e del suo valore intrinseco.



LA PROSPETTIVA COGNITIVA

Dott.ssa Annalisa Barbier

 

Nella prospettiva cognitiva, rifacendosi alla teoria della “triade cognitiva” di Beck (Beck, Rush, Shaw ed Emery, 1979) si può concettualizzare il DNP come derivante dalla combinazione di schemi disfunzionali  relativi a se stessi, al mondo  e al futuro.

Il primo elemento che partecipa alla costruzione di questi schemi disfunzionali è costituito dai genitori e dalle altre figure significative, che modellano esperienze di diversità o importanza personale irrealistiche sul bambino, attraverso la supervalutazione delle sue capacità e comportamenti, o parimenti attraverso la svalutazione, il deficit, l’esclusione ed il rifiuto. L’elemento comune ad entrambe le tipologie (quella che dà origine al senso d Sé superiore e parimenti l’altra, che dà origine ad un senso di Sé inferiore e svalutato) sembra essere la percezione di Sé come “diverso” dagli altri (speciali o inferiori), alla quale si associano reazioni emotive esasperate per cui tale diversità viene vissuta come meravigliosa o insostenibilmente brutta, dando vita a comportamenti caratterizzati da senso di superiorità e specialità irrealistico oppure senso di inadeguatezza, inferiorità e svalutazione rispetto agli altri.

Pensieri tipici dello schema disfunzionale nel DNP, che spiegano con chiarezza certi atteggiamenti e comportamenti, sono i seguenti (Beck A.T., Freeman A., 1998):

  • Sono una persona davvero speciale
  • Dato che sono speciale ho diritto a trattamenti di favore
  • Non devo essere vincolato alle regole cui sottostanno le persone comuni
  • E’ fondamentale che io riceva ammirazione e riconoscimento
  • Chi non rispetta la mia superiorità sociale deve essere punito
  • Gli altri dovrebbero soddisfare i miei bisogni
  • Gli altri dovrebbero riconoscere che sono una persona speciale
  • E’ inammissibile che non mi venga riconosciuto il dovuto rispetto e che non ottenga ciò cui ho pieno diritto
  • Gli altri non meritano l’ammirazione ed il successo che hanno
  • La gente no ha il diritto di criticarmi
  • Le necessita degli altri non devono interferire con le mie
  • Poiché ho un talento speciale, gli altri dovrebbero farsi da parte e lasciarmi emergere
  • Solo le persone brillanti e speciali come me possono capirmi
  • Ho tutte le ragioni per aspettarmi grandi cose

 


IL NARCISISMO SANO

Dott.ssa Annalisa Barbier

 

Esiste, accanto al narcisismo patologico, una forma di narcisismo sano che  accompagna lo sviluppo dell’individuo e si sviluppa attraverso i diversi stadi della crescita psicofisica. Kohut, nella sua psicologia del Sé, sottolinea come il narcisismo sia un elemento fondamentale per la costituzione di un integro e sano senso del Sé; ribaltando le precedenti concezioni del narcisismo, l’autore ne sottolinea infatti la funzione di primordiale collante psichico e la funzione integrativa e protettiva. Successivamente, altri autori hanno evidenziato le funzioni positive creative e costruttive del narcisismo nella sua manifestazione sana (Goldberg C., 1980; Stone M.H., 2000), che prevede la presenza di una buona capacità empatica, di riconoscimento e rispetto dell’altro, nella sua individualità separata e non strumentale. Questo narcisismo “normale” implica le funzioni di preservazione, regolazione, stima ed assertività del Sé (Stone M.H., 2000). Caratteristiche “eccezionali” del narcisismo sono quelle legate alla leadership, al comportamento competitivo ma non distruttivo, al senso dell’umorismo e della collaboratività, al desiderio di fare gli altri partecipi dei propri ambiziosi progetti, alla capacità di sognare ad occhi aperti e realizzare concretamente tali sogni senza ricorrere alla strumentalizzazione dell’altro e alla sua distruzione.

Altri importanti elementi del narcisismo sano sono la dignità,  la stima ed rispetto di Sé, ed una adeguata capacità di empatia e compassione tali da permettere la costruzione di una relazione intima con l’altro, che non sia solamente di natura sessuale/strumentale. Anche Giusti (1995) afferma che l’autostima, le ambizioni e le aspirazioni personali o sociali si fondino su un narcisismo sano e costruttivo, come anche Craig Malkin, autore di un recente e piacevolissimo testo sul narcisismo sano (“che c’è di male nel sentirsi speciali?”), descrive il sano narcisismo come un potente motore che spinge all’ideazione e alla realizzazione di ambizioni e progetti sia personali che di portata sociale più ampia.


DIAGNOSI

L’attuale versione del Manuale Statistico e Diagnostico dei disturbi mentali DSM-V definisce così la persona con Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP):

 

 

 

  1. Ha un senso grandioso di importanza (esagera risultati e talenti, si aspetta di essere considerato superiore senza un’adeguata motivazione ecc.).
  2. È assorbito da fantasie di successo, potere, fascino, bellezza illimitati, o di amore ideale.
  3. Crede di essere “speciale” e unico e di poter essere capito solo da, o di dover frequentare, altre persone (o istituzioni) speciali o di classe sociale elevata.
  4. Richiede eccessiva ammirazione.
  5. Ha un senso di diritto (entitlement), cioè l’irragionevole aspettativa di speciali trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative.
  6. Sfrutta i rapporti interpersonali (cioè approfitta delle altre persone per i propri scopi).
  7. Manca di empatia: è incapace di riconoscere o di identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri.
  8. È spesso invidioso degli altri, e crede che gli altri lo invidino.
  9. Mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntosi.

Frequentemente, gli individui affetti da DNP ricorrono all'uso e abuso di sostanze che danno dipendenza quali tabacco, alcol e cocaina (le più usate); l'abuso di tali sostanze rappresenta infatti un tentativo di auto-terapia, finalizzato a fornire momentaneo sollievo da sentimenti dolorosi  di mancanza senso, inquietudine, profonda insoddisfazione e frustrazione che caratterizzano il vissuto emotivo di fondo degli individui affetti da questo disturbo.

Il Manuale stima inoltre un’incidenza percentuale del disturbo sino al 6,2% nei campioni considerati rappresentativi della popolazione dall'indagine statistica, riportando un’incidenza orientativa del 50-75% di maschi nel campione generale di diagnosi di narcisismo patologico.

IL NARCISISTA E IL CORPO

Il narcisista nega di avere un corpo (Lowen A., 1983). Il corpo non è più la sede naturale delle istanze emotive e pulsionali della persona ma viene ridotto a sterile estensione di un Sé falsamente gonfiato; un mero strumento di seduzione soggetto alla volontà, un biglietto da visita freddo e scollegato dal cuore. Il corpo appare dunque rigido, ossessivamente curato nel tentativo di renderlo perfetto (palestra, diete rigide, interventi di chirurgia estetica), asettico ed inadatto al contatto e alla relazione. Incapace di manifestare quella naturalezza e quella comunicatività spontanea e profonda che nascono dal contatto con se stessi e dal rispetto di sé. E’ un corpo-manichino, impermeabile alle emozioni e ai sentimenti. Strumentalizzato finanche nel sesso, dove assurge al ruolo supremo di strumento per soddisfare la pulsione, oggetto da desiderare, ponte verso il desiderio dell’altro e nel contempo involucro distanziante e protettivo contro qualsiasi reale scambio emotivo.

Spesso lo sguardo appare inquietante, "vuoto" e fisso, trasmettendo una freddezza ed una distanza emotiva che non passano inosservate.



CARATTERISTICHE

Dott.ssa Annalisa Barbier

 

Il narcisista presenta tratti comportamentali ed emotivi caratteristici. Dal punto di vista comportamentale sono evidenti il

senso di grandiosità e superiorità associato ad invidia ed arroganza, presunzione, superbia, pretesa di essere ammirati e considerati "speciali", attitudine a porsi sempre al centro dell'attenzione, cura eccessiva per l'aspetto esteriore ed il corpo.

Le loro relazioni sentimentali sono brevi e burrascose e spesso provocano una grande quota di dolore e disagio nell'altro; i narcisisti infatti sono poco empatici, anaffettivi e freddi, spesso sprezzanti e svalutativi verso il partner, che viene sempre portato a sentirsi inadeguato e non all'altezza delle loro richieste e aspettative. A tale freddezza si associa l'allontanamento spietato dell'altro quando viene percepito come bisognoso e sofferente.

Queste persone tendono a strumentalizzare le persone sia nelle relazioni amicali e professionali, che nelle relazioni "intime" (se di intimità è lecito parlare in questo ambito): l'altro infatti viene "usato" per raccogliere ammirazione e sentirsi potenti, o per raggiungere i propri obiettivi (professionali, personali o sessuali). Per fare ciò, ricorrono ad una sorta di "doppiezza": all'inizio e in pubblico appaiono amabili, divertenti, brillanti e simpatici ma nel lungo periodo - soprattutto in privato - una volta ottenuto l'ambito rifornimento di potere/ammirazione/successo, emerge la loro reale natura e diventano freddi, invidiosi, sprezzanti, svalutanti e manipolatori. L'invidia verso chi percepiscono come migliore di loro è un tratto caratteristico, associato al bisogno di svalutare e sminuire l'altro per recuperare il proprio senso di identità.

Ambiscono a ricoprire ruoli di potere e sono spesso disposti ad ottenerli a tutti i costi. La convinzione di poter vivere - in fondo - al di sopra e al di là delle regole e l'atteggiamento sprezzante verso le autorità li può portare a comportamenti violenti e ad avere problemi con la legge. Frequentemente abusano di alcol o sostanze stupefacenti per esaltare le sensazioni di potere e successo o per tenere a bada l'angoscia derivante dalla costante, latente e spesso inconsapevole sensazione di solitudine, inadeguatezza e fragilità.


Queste persone possono incorrere in stati depressivi più o meno intensi - che non sono in grado di sostenere - quando affrontano relazioni problematiche,  vengono lasciati, perdono il lavoro o non ottengono il successo che si aspettavano. In queste circostanze infatti, viene loro meno il vitale rifornimento narcisistico derivante dall'ammirazione, dal successo, dal riconoscimento e dal senso di potenza e di potere. il fallimento, la perdita, la solitudine che affiorano in queste circostanze, mostrando la portata della discrepanza tra aspettative grandiose e realtà, sono fattori in grado di scompensare il delicato e fragile equilibrio narcisistico al punto da indurre stati di profonda depressione, apatia, perdita di motivazione ed angoscia.  

Nel caso di narcisismo "covert", come indicato sopra, essendo predominanti gli aspetti di "ipersensibilità alle critiche ed al rifiuto e la costante paura dell’abbandono", si sviluppa frequentemente una tendenza all'ipervigilanza sulle reazioni altrui nei propri confronti, la costante e inconsapevole ricerca di approvazione che si associano alla paura di essere rifiutati e disapprovati. Si configura in questi casi a volte, una vera  e propria ansia sociale. In questo caso nelle relazioni interpersonali prevalgono la componente preoccupata/ansiosa ed il timore di essere abbandonato; il narcisista covert mostra, a livello cognitivo, l'associazione svalutazione di Sé/idealizzazione dell’altro, la tendenza ad essere ipercritico ed introverso e può presentare aspetti depressivi.

In entrambi i casi fanno da sfondo la sensazione - più o meno consapevole - della propria fragilità profonda e dell'assenza di un vero e proprio senso strutturato del Sé, che viene a questo punto "rimpolpato" o costruito tout-court attraverso la giustapposizione (nel caso del narcisista overt) di una sorta di "maschera" di onnipotenza, grandiosità, merito e capacità, mentre nel narcisismo covert prevalgono i vissuti autosvalutativi e timorosi del giudizio altrui. In entrambi i casi possiamo trovare invidia, freddezza e distacco emotivo, tendenza alla manipolazione e alla ipercriticità verso gli altri.

 

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