LA VITTIMA DI MANIPOLAZIONE EMOTIVA


A cura della Dott.ssa Annalisa Barbier 

 

La ME avviene laddove si incontrano due persone con caratteristiche complementari, ed iniziano a relazionarsi i maniera collusiva:

A) un MANIPOLATORE che ha bisogno di ottenere sempre  potere e controllo 

B) una VITTIMA che ha bisogno di sentirsi approvata ed amata dal partner, e di mantenere la relazione.

 

Insieme i due attori danno il via e portano avanti, in un circolo vizioso di intensità crescente, una relazione collusiva in cui, ad ogni passo dell’uno, corrisponde un passo complementare dell’altro. Ci sono alcuni elementi che accomunano le persone che finiscono per giocare il ruolo di “vittima” nella danza della ME: la paura dell’abbandono, il desiderio di approvazione, una forte empatia, l’idealizzazione del partner, il bisogno di dimostrare a tutti i costi la propria buona fede. Queste caratteristiche spingono ad intraprendere attivamente il tango della manipolazione.

 

• Un manipolatore che ha un compulsivo bisogno di avere ragione

• Una vittima che desidera solamente essere approvata dal suo manipolatore

• Il desiderio di fusione da parte della vittima, nella speranza di trovare l’accordo perfetto

• La grande paura della apocalisse emotiva e dell'abbandono

COME SI DIVENTA VITTIMA DI MANIPOLAZIONE EMOTIVA?

Le persone che tendono a diventare vittime ella manipolazione emotiva, sono solitamente persone di spiccata sensibilità, molto vicine ai bisogni degli altri, emotivamente fragili o insicure (ma non necessariamente), dotate di un elevata capacità empatica, temono la solitudine ed hanno paura di essere lasciate, idealizzano l’altro con facilità, non vogliono deludere gli altri, hanno bisogno di dare di sé un’immagine sempre positiva. I tratti sopra descritti sono comunemente riscontrabili nel disturbo dipendente di personalità (DPD), e non è infrequente che le persone affette da depressione siano soggette a rapporti manipolativi.

 

Tuttavia occorre fare un'importante precisazione: molte relazioni manipolative hanno come controparte un partner sociopatico o predatore, che sfrutta l'altro per ottenete potere, controllo, denaro, rango sociale o gratificazione sessuale. In questi casi la vittima è spesso una persona benestante, professionalmente soddisfatta, che ha una rete sociale ampia ed una situazione economica stabile e solida.

 

In linea generale, possiamo indicare alcune elementi che predispongono a diventare vittime della ME:

• Desiderio di approvazione

• Desiderio di una relazione intensa e fusionale

• Spiccata capacità di empatia

• Paura di perdere l’altro (paura dell’apocalisse emotiva)

• Desiderio che gli altri pensino sempre bene di voi

• Bisogno di rassicurazioni e contenimento

• Scarsa autostima e fiducia di sé

• Disturbo di Personalità Dipendente

.  Condizioni contingenti (come indicato al punto 5)

 

I seguenti rappresentano i fattori predisponenti più frequenti e comuni riscontrati tar le caratteristiche psicologiche delle persone che sono state vittime di manipolazione emotiva; si tratta di caratteristiche che possono essere in comune anche con un quadro psicopatologico di DIPENDENZA AFFETTIVADISTURBO DIPENDENTE DI PERSONALITA'.

 

1. PAURA DELL’ABBANDONO o della “apocalisse emotiva”: viene definita in questo modo la paura, da parte della persona oggetto di manipolazione emotiva da parte del partner, di essere abbandonata, o disconosciuta o non approvata. In queste persone è estremamente forte il desiderio di evitare una “esplosione emotiva” da parte dell’altro, solitamente caratterizzata da:

Grida e insulti, fino ad arrivare a manifestazioni di aggressività fisica (rompere piatti, sbattere le porte, prendere a pugni il muro, lanciare oggetti o minacciare la vittima)

Offese che fanno leva sulle paure più profonde (ad es: sei davvero troppo gelosa-possessiva-insicura-sovrappeso ecc., non vali niente, sei insopportabile, sei come tua madre e così via. La lista è potenzialmente infinita)

Critiche distruttive (ad es: non sei capace di portare avanti una relazione sana; non sai prenderti cura dei bambini, non mi stupisco che litighi sempre con le persone, ecc.)

Mutismo e distanza emotiva (punizione emotiva particolarmente efficace per far sentire non amata o colpevole la vittima)

Previsioni catastrofiche (ad es: nessuno ti amerà più, resterai sola per il resto della tua vita, nessuno ti sopporterà più ecc.)

Utilizzo dei vostri ideali contro di voi in maniera scorretta o vaga (ad es: amarsi non vuol dire accettarsi incondizionatamente? pensavo che un figlio dovesse prendersi sempre cura dei genitori, una vera professionista non dovrebbe prendersela ecc.)

Inculcare dubbi ed insicurezze, come accade nel celeberrimo fil di Cukor “Gaslight”, mettendo in dubbio le vostre percezioni, la vostra memoria ed il vostro senso di realtà (ad es: "io non ti ho mai detto questa cosa, avevi promesso di fare tale cosa, possibile che non ricordi?Durante la cena, tutti hanno pensato che fossi ridicola, non te ne rendi conto?" )

 

2. Desiderio di un RAPPORTO SIMBIOTICO E FUSIONALE: alcune persone – soprattutto di sesso femminile – sono particolarmente propense a vivere le relazioni sentimentali in una maniera definita “fusionale”, in cui l’altro viene vissuto come assolutamente indispensabile e si tende a condurre una relazione di coppia in cui prevalgono spazi ed attività forzatamente condivisi, a detrimento di una sana e necessaria quota di indipendenza ed autonomia individuale. Queste persone – indipendentemente da quanto siano competenti, forti, attive nelle altre situazioni di vita - sentono il bisogno assoluto e profondo di avere sempre l’approvazione del manipolatore, che viene da loro idealizzato. In questi casi, con il passare del tempo la vittima, pur di non contraddire il suo manipolatore, inizia a mettere in discussione la propria visione della realtà e a rinunciarvi insieme ad altre necessità, al fine di mantenere la condizione “fusionale” del rapporto. Questa è la motivazione principale che spinge alcune vittime a giustificare continuamente il proprio operato anche se sanno di avere ragione, a discutere per ore ed ore con il manipolatore per dimostrare di essere state corrette ecc. Fanno insomma di tutto per difendere la loro immagine i suoi occhi. Infatti, non sopportano di essere disapprovate e giudicate negativamente dall’altro e questo le spinge ad intavolare snervanti ed infinite discussioni su questioni anche banali, oppure a rinunciare al proprio punto di vista per aderire a quello del manipolatore.

 

3. GRANDE CAPACITA' EMPATICA E SENSIBILITA’: si possiede una spiccata capacità di empatia verso l’altro, che porta a sentire profondamente le sue eventuali sofferenze ed il suo disagio, e a desiderare in tal modo soltanto che questo cessi. Tuttavia, a volte è necessario distaccarsi da questo meccanismo per tornare a salvaguardare la propria autonomia ed il proprio bene, evitando di cadere in questa trappola che inevitabilmente finisce con l’allontanarsi da se stessi nel tentativo di curarsi esclusivamente dell’altro.

 

4. CONVINZIONE DI NON ESSERE IN GRADO DI FARCELA DA SOLE: spesso si tratta di persone con una scarsa autostima e con la tendenza ad appoggiarsi ad altri sia emotivamente che concretamente per lo svolgimento di molte attività della loro vita, nella convinzione di essere incapaci di cavarsela da sole.

 

5. VULNERABILITA' LEGATE AL CONTESTO: è altresì importante tuttavia, sapere che speso si può cadere vittime di una relazione manipolativa e abusante a causa di vulnerabilità legate a situazioni contingenti: perdita del lavoro, separazione o lutto, perdita della casa, trasloco in un'altra città o quartiere, o altre condizioni di vita e personali che possono renderci momentaneamente fragili, confusi e desiderosi di sostegno.

 

Commenti: 3
  • #3

    Marina (venerdì, 17 marzo 2023 05:47)

    Tutto vero complimenti per l'articolo, ho passato esattamente ciò che viene descritto, mesi e mesi di costante stress in cui la mia mente ha iniziato a ricordare cosa avessi subito, assieme a frasi del tipo, ti comporti da vittima, ti stai sbagliando, sei pazza... al di là di tutto questo ho capito dove stava la verità, ma ne sono uscita a pezzi e solamente con l'aiuto di persone vicine e un terapeuta... ero sola e non sapevo a cosa aggrapparmi inizialmente, non lo auguro a nessuno...

  • #2

    Ivan (martedì, 05 maggio 2020 14:11)

    Salve, ho una domanda. Come mai un manipolatore riesce a non vergognarsi quando distorce palesemente gli eventi del passato per aggredirti o darti colpe?

    Si sente giustificato a usare comportamenti così bassi oppure entrano in gioco dei meccanismi di difesa che lo portano a credere nei fatti per come li revisiona?

  • #1

    mary (mercoledì, 31 gennaio 2018 18:16)

    tutto descritto in maniera perfetta, il problema è che ancora dopo quasi tre anni dalla fine della relazione mi sento inadeguata per non essere stata all'altezza delle sue aspettative, convivo con questo dolore ogni giorno che ormai fa parte di me. chissà se un giorno riuscirò a superare tutto, mi tornano sempre le sue umiliazioni che non riesco a dimenticare.