Scritto da: Annalisa Barbier
Il termine “mindfulness” è la traduzione inglese della parola “SATI”, che in lingua Pali (lingua liturgica del buddismo Theravāda) significa “memoria”, e che è stata tradotta con il termine “consapevolezza” da Rhys Davids, nella sua prima traduzione del Canone Pali, nel 1952.
La pratica di Mindfulness mutua i suoi principi dall’esperienza del buddismo Theravāda, finalizzata alla riduzione del dolore e della sofferenza della condizione umana. Tuttavia non è necessario essere buddisti per imparare a sviluppare la pratica dell’osservazione e della presenza mentale nel “qui ed ora”.
UNA DEFINIZIONE
Esistono diverse definizioni di cosa sia la pratica i Mindfulness, ma forse la più utilizzata è quella di Jon Kabat-Zinn: “[…] porre attenzione in un modo particolare, intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”.
La Mindfulness è uno stato mentale in cui la persona semplicemente OSSERVA e PRESTA ATTENZIONE alle proprie emozioni, alle proprie sensazioni fisiche, pensieri e immagini che attraversano la mente, ACCETTANDOLE PER CIÒ CHE SONO E PER COME SI PRESENTANO. Senza cioè giudicare, senza cercare di modificare, bloccare, combattere o scacciare questi contenuti dell’esperienza presente e senza cercare di reagire ad essi.
In nessun caso è da intendersi o utilizzarsi come una sorta di "fitness dello spirito", una pratica usa e getta finalizzata al raggiungimento del benessere immediato. E' uno stile di vita, una modalità di essere e sentire che va esercitata ed applicata costantemente.
LE ORIGINI
Nel 1979, il biologo molecolare Jon Kabat-Zinn (studioso e praticante di zen e yoga) durante una delle sue sedute di meditazione, ebbe l’idea di introdurre negli ospedali questa pratica per aiutare le persone a ridurre la sofferenza e lo stress legati al dolore fisico e alla malattia. Fondò quindi una clinica per la riduzione dello stress presso il Massachussetts University Hospital, ed un programma denominato MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction), della durata di 8 settimane.
Il programma MBSR creato e messo a punto da Kabat-Zinn, attualmente prevede:
· pratiche di consapevolezza nel mangiare
· pratiche di consapevolezza in movimento
· pratiche di consapevolezza sul respiro, sensazioni, emozioni, pensieri
· pratiche di consapevolezza nel camminare
Scritto da: Annalisa Barbier
La mindfulness è una potente strategia di fronteggiamento dello stress emotivo e del dolore. Essa ha come obiettivo principale quello di sviluppare una risposta “decentrata” con i nostri pensieri, riuscendo a vederli solo come semplici prodotti della nostra mente, come interpretazioni della realtà e non la realtà stessa.
Numerosi studi scientifici (su PubMed, il più vasto e potente motore di ricerca di articoli scientifici del mondo, il termine meditation è presente in più di 12.000 pubblicazioni scientifiche) hanno dimostrato i benefici e le potenzialità terapeutiche di questa pratica applicata con costanza: migliora il sistema immunitario, riduce il dolore fisico e lo stato di infiammazione cellulare, aumenta le emozioni positive e riduce la depressione, l’ansia e lo stress, aumenta la capacità di riconoscere, regolare e contenere le proprie emozioni (intelligenza emotiva), aumenta il senso di compassione e fa sentire meno soli, insegna l’introspezione e produce cambiamenti fisici sul cervello (aumento del volume cerebrale nelle aree connesse alla regolazione delle emozioni, alle emozioni positive e all’autocontrollo, aumento dello spessore corticale nelle aree connesse all’attenzione), migliora la memoria.
“La meditazione può trasformare le nostre vite e avere un potere di guarigione profondo. Fa questo lavorando sull’interezza dell’organismo, intervenendo sui nostri cromosomi, sulle nostre cellule, sul nostro cervello, e influenza di fatto tutti gli apparati del corpo, incluso il sistema immunitario e come funziona il cervello sotto stress e nelle situazioni difficili, come regoliamo le nostre emozioni e così via. Stiamo iniziando a comprenderlo solo ora! La meditazione trasforma anche il cervello che, essendo un organo che fa esperienza, cambia continuamente la sua forma, e cambia anche come decidiamo di vivere le nostre vite, e in un certo senso come decidiamo di mantenere le nostre menti. La meditazione cambia infatti non solo le nostre idee, le nostre opinioni, e quanto vi rimaniamo intrappolati dentro, ma di fatto cambia la nostra relazione con i pensieri. E quando guardiamo ai cambiamenti della struttura del cervello, non solo al cervello che funziona diversamente, ma proprio alla struttura del cervello che cambia per effetto della meditazione, vediamo che questa viene reclutata al servizio di una maggiore compassione, equanimità e saggezza e questo lo si può vedere in diverse regioni del cervello che, di fatto, diventano più spesse.” Jon Kabat-Zinn
1. Apprendere ad ANCORARSI AL MOMENTO PRESENTE
invece di essere coinvolti dalle emozioni catastrofiche, depressive o di bisogno compulsivo.
2. Apprendere a RICONOSCERE I PENSIERI IN QUANTO TALI
e a non considerarli dati di fatto, “defondendosi” da essi.
3. SUPERARE LA TENDENZA ALL’EVITAMENTO ESPERIENZIALE caratterizzato da atteggiamenti di fuga e di rifiuto nei confronti dei propri pensieri, emozioni e sensazioni fisiche. Imparando a scegliere le proprie azioni e ad affrontare la vita, non a reagire agli eventi in maniera automatica.
L’apprendimento di queste abilità permette di:
· assumersi la responsabilità di conoscere meglio il nostro corpo, ascoltandolo attentamente e coltivando le nostre risorse interne di guarigione;
· ACCRESCERE L'ACCETTAZIONE (consapevolezza) e la pazienza nei confronti del proprio stato di disagio o delle proprie difficoltà psicologiche e fisiche;
· MIGLIORARE la nostra capacità di padroneggiare le situazioni difficili della vita, conferendo una maggiore capacità di gestire lo stress causato dalle nostre abitudini sbagliate;
· EDUCARE LA MENTE a sostituire le emozioni distruttive con modi di essere più costruttivi, che promuovono l’equanimità, l’amore e la saggezza.