INTRODUZIONE AL MODELLO INTERNAL FAMILY SYSTEMS - IFS

Scritto da: Annalisa Barbier 

 

INTRODUZIONE

 

Il modello dell’Internal Family Systems (IFS) è stato sviluppato da Richard C. Schwartz (Department of Psychiatry della Harvard Medical School) negli anni Ottanta come sintesi di due paradigmi teorici:

  1. il paradigma della mente plurale, che afferma come ciascuno di noi sia composto di molte "parti mentali" interiori diverse;
  2. paradigma del pensiero sistemico, che invita a rapportarsi con i diversi livelli del sistema umano: intrapsichico, familiare, comunitario, culturale e sociale, utilizzando modalità che siano rispettose della complicata rete di rapporti ed equilibri funzionali esistenti tra le varie parti del sistema.

 

Questo modello è stato considerato efficace nella promozione della salute psichica e del benessere generale dal National Registry for Evidence-Based Programs and Practices (NREPP) e dalla Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA), ed è considerato un modello promettente per il trattamento di disturbi quali fobie, ansia generalizzata, disturbo da panico e disturbi depressivi. Inoltre, rappresenta un valido intervento terapeutico nell'ambito dei disturbi da stress post traumatico, anche complesso.

Il modello IFS afferma che i processi intrapsichici sono l'esito e l'espressione di relazioni sistemiche tra vari aspetti o "parti" interiori, e presuppone la presenza di risorse interne sulle quali fare affidamento nella ri-costuzione della salute interiore, in termini di cambiamento delle relazioni tra le parti, basata su un atteggiamento di apertura, ascolto, comprensione e sostegno.

La terapia IFS è collaborativa e impegna direttamente l'interessato in un lavoro di relazione e ricostruzione degli equilibri interni tra parti che, quando  "polarizzate" su specifici atteggiamenti (intrapsichici ed esterni), creano e/o mantengono il disagio psichico, rendendo difficoltoso il ricorso alle risorse interne presenti.

 

 

PRINCIPI DELL'IFS 

 

I principi dell’IFS comprendono concetti che derivano, come accennato in precedenza, sia dal modello della mente plurale che dal modello pensiero sistemico. Il modello IFS considera il disagio psichico in modo non patologizzante o rigido, ma piuttosto lo declina in termini di relazioni disfunzionali o polarizzazioni tra le parti interne, che possono essere corrette ristabilendo l’armonia e la libertà dai “fardelli” (burdens) costruiti in seguito a esperienze difficili, ripetute, o traumatizzanti. Permette di sviluppare una rete ed una modalità di relazioni interne nuova e più libera, caratterizzata da  curiosità gentile, dialogo garbato e rispettoso con e tra le parti e la possibilità di ripristinare la fiducia nel Sé, per ricostruire l’armonia interiore.

I principi di fondo del modello IFS, come indicato dal suo ideatore, possono essere sinteticamente indicati nei seguenti elementi; 

  1. L’approccio sistemico al funzionamento mentale, che permette di lavorare armoniosamente, in equilibrio, e nel rispetto delle diverse parti interne;
  2. L’atteggiamento paziente e collaborativo adottato verso le parti interne coinvolte nei processi disfunzionali, permette al paziente di procedere gradualmente e attivamente verso una maggiore libertà e salute;
  3. Ripristinare la fiducia nel Sé (o self energy) rappresenta la via migliore  verso la costruzione di una nuova armonia di funzionamento interiore;
  4. Stimolare e facilitare il processo di differenziazione del Sé dalle parti interne;
  5. Conoscenza ed elaborazione delle relazioni, degli equilibri e delle polarizzazioni esistenti tra le parti interne;
  6. Rispetto e non patologizzazione: tutti comprendiamo parti interne diverse e possediamo già le risorse necessarie, ma spesso ci troviamo a subire le “costrizioni prodotte dagli eventi traumatici che hanno generato emozioni e convinzioni estreme (i fardelli)” (R.C. Schwartz, M. Sweezy).
  7. Il modello IFS consente di muoversi fluidamente tra diversi livelli di relazione, interni (tra le parti interne) ed esterni con la rete sociale, familiare ed amicale del paziente;
  8. Dai teorici sistemici, l’IFS eredita la convinzione che vi sia negli esseri viventi una innata capacità di autoguarigione; in particolare, questa si attiva nei pazienti quando viene reso loro possibile avere accesso al proprio Sé e alle sue risorse di saggezza, compassione e capacità di guarigione.

 

In un articolo successivo spiegherò più nel dettaglio chi e quali sono i “membri” della famiglia interiore secondo l’IFS, e quali siano i loro compiti e le reciproche relazioni, nell’ambito concettuale di questo modello. 

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