Scritto da: Annalisa Barbier
Può capitare a tutti di dover affrontare discussioni con persone che, attraverso l’aggressività verbale o la manipolazione, cercano di imporre la loro volontà, le loro decisioni, il loro modo di vedere le cose, o di destabilizzarvi con messaggi ambigui e fumosi, facendovi sentire insicuri e incerti, facendovi sentire in colpa…
Spesso sono tecniche inconsapevoli che l’interlocutore mette in atto pur di ottenere ciò che desidera (ad esempio affermare la propria volontà, la propria ragione o punto di vista, sentirsi potente e in controllo, sottomettervi, farvi sentire confusi e sminuirvi ecc.).
Altre volte si tratta invece di comportamenti volutamente messi in atto per destabilizzarvi e portarvi a fare ciò che altrimenti non fareste spontaneamente.
In entrambi i casi è utile conoscere alcune semplici tecniche di risposta che possono essere applicate a diversi contesti, finalizzate a rendere la comunicazione paritaria, riequilibrando eventuali dislivelli di “potere” e permettendo ad entrambi di mantenere libertà di scelta ed espressione, rispetto e considerazione.
1. RIFLESSIONE: rispondete facendo capire che avete recepito il messaggio dell’interlocutore; potete mostrarvi aperti ad una ulteriore spiegazione o al contrario chiudere e porre dei limiti
2. AFFERMAZIONI RIPETUTE: esprimete il vostro parere circa l’opinione o la posizione dell’interlocutore in modo fermo e gentile. Attendete la sua risposta e successivamente riaffermate la vostra posizione, con fermezza ed educatamente
3. RISPOSTE ESSENZIALI: Quando vi sentite attaccati e NON volete discutere oltre, rispondete in modo fermo e semplice con un “si” oppure un “no”.
4. BLOCCO DELLA GIUSTIFICAZIONE: utile soprattutto in presenza di soggetti manipolatori, in quanto permette di interrompere sul nascere il meccanismo base della manipolazione “la trappola della spiegazione”. Potete affermare “si certo, capisco cosa vuoi dire MA IO la penso così…” oppure “capisco, MA IO preferisco fare /non fare così…” e riaffermate la vostra posizione senza dare giustificazioni né ulteriori spiegazioni.
5. DOMANDA DI COMPRENSIONE: se avete l’impressione che l’interlocutore non vi ascolti, chiedetegli “cosa pensi che ti abbia appena detto”, oppure “cosa pensi che ti stia dicendo/chiedendo”?
6. AFFERMAZIONI PARADOSSALI: fate affermazioni che inducano l’altro a capire che le sue parole aggressive possono ritorcersi contro di lui/lei
7. PARAFRASI: ripetete l’affermazione dell’altro con parole diverse chiedendo: “mi stai dicendo questa cosa?” oppure “mi stai dicendo di si/di no?”
8. INTERRUZIONE: sospendete la discussione che sta diventando troppo forte, e fate una pausa. Potete scusarvi e trovare una giustificazione per interrompere la discussione, come fareste con una telefonata troppo lunga. In questo modo prendete tempo per rispondere nel modo migliore e per evitare di ricadere in meccanismo di azione/reazione che innescano una spirale di aggressività e disagio nella relazione.
9. FATE DOMANDE: ponete domande sincere e NON ALLUSIVE all’interlocutore sul suo comportamento verbale, su ciò che intende comunicare. Sono molto efficaci nel contrastare l’aggressione verbale ed aiutano l’altro a diventare consapevole dei suoi comportamenti
10. PARLATE USANDO “IO” E NON “TU”: le frasi inizianti con “tu” portano l’interlocutore a mettersi sulle difensive, mentre le frasi che iniziano con “io” favoriscono l’empatia, l’ascolto e la comunicazione costruttiva. (ad esempio: “io penso”, “io sento che…” oppure “io credo” ecc)
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Artemisia (sabato, 09 aprile 2016 09:54)
Complimenti per questo sito. E' ricco di preziosi informazioni utili a che punto ci si trovi. Se sono abbastanza chiare le ragione che fanno sviluppare una personalità "sottomessa", secondo la vostra esperienza e la letteratura scientifica, quali sono all'opposto le ragioni, il potenziale vissuto familiare, che sviluppano una personalità manipolatoria?
Grazie sin d'ora e cari saluti.