IL CICLO RELAZIONALE NELLA DIPENDENZA AFFETTIVA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scritto da: Dott.ssa Annalisa Barbier

 

 

La Dipendenza Affettiva è una modalità patologica di vivere le relazioni sentimentali, ed è caratterizzata da comportamenti che portano la persona dipendente a sentirsi sempre meno capace, autonoma e meritevole (per approfondire clicca QUI).

Le emozioni e gli stati d’animo che tipicamente caratterizzano il vissuto interiore di chi ne è affetto, sono la paura di essere abbandonato o tradito, sfiducia e diffidenza, gelosia patologica, ossessività nel pensare al partner, desiderio di controllo, vergogna, senso di inadeguatezza e/o scarso valore personale, un senso di identità debole e sfocato e confini estremamente labili.

I comportamenti agiti nel rapporto, finalizzati a consolare dalla paura, a lenire il dolore e l’insicurezza purtroppo, non fanno che esasperare il clima nella relazione, portando i partner coinvolti a reazioni reciproche e cicliche che peggiorano il rapporto, sfociando a volte nella violenza.

 

Secondo il modello di Pia Mellody – che si occupa da anni di dipendenze e relazioni disfunzionali - ecco cosa accade nella relazione in cui uno dei partner è affetto da DA:

 

1.    ATTRAZIONE: IL POTERE DELLA SEDUZIONE: il DA è attratto dalla seduzione e dall’apparente potere che vede nel partner “evitante”: solitamente una persona impegnata in molte cose, che appare forte, sicura di sé e capace di gestire la propria vita, poiché il DA si sente incapace di farlo da solo.  La seduzione esercitata da un partner percepito come forte e “perfetto”, trasmette al DA la sensazione di sentirsi protetto, forte ed importante.

2.    LA “FANTASIA DEL SALVATORE»: si riattiva la fantasia infantile dell’eroe che salva e solleva dalle difficoltà e dalla paura e si prende cura del DA. Il DA si sente rinvigorito dalle attenzioni e dalla vicinanza dell’altro, come se fosse sotto l’effetto di una droga e, in un certo senso, in questa fase la presenza dell’altro agisce effettivamente come una sostanza che dà dipendenza. Il partner viene idealizzato e spinto a coincidere con l’eroe delle fantasie infantili mentre le sue reali caratteristiche sono negate e non viste.

3.    IL SOLLIEVO DAL DOLORE: la fantasia si riattiva e il DA si sente riempito, importante, rassicurato e sostenuto dalla presenza del partner idealizzato. Cessano momentaneamente le dolorose sensazioni di vuoto, solitudine e assenza di valore personale. Questa fase del ciclo viene chiamata romancee corrisponde al picco di innamoramento verso il partner. Ricordiamo sempre che il partner evitante è incapace di donare davvero tutto ciò, non è in grado di costruire una vera intimità e soprattutto non è in grado di accogliere e gestire la dipendenza dell’altro. Perciò tende a concentrarsi all’esterno della relazione, tipicamente in una dipendenza esterna o in un’attività che lo “distrae” e che occupa molto tempo ed impegno (sport, dipendenze, lavoro, amici o altri impegni ecc.).

4.    INCREMENTO DEL BISOGNO E NEGAZIONE DELLA REALTA’: il DA inizia a percepire e manifestare un bisogno di attenzioni, contatto e presenza sempre crescente, e diventa maggiormente richiedente poiché sente che non è mai abbastanza ciò che riceve, per colmare il suo vuoto. Il partner inizia dunque a sfuggire, infastidito, rendendosi sempre meno disponibile nella relazione: Il DA non accetta di vedere questi segnali e ne nega l’evidenza, giustificando il partner con impegni professionali, stanchezza o altre ragioni che ne possano superficialmente spiegare il comportamento di allontanamento. Nonostante la negazione, il disagio interiore ed il malessere crescono. 

5.    DEL CROLLO DELLA NEGAZIONE: gradualmente, il DA realizza la concretezza dei comportamenti di allontanamento e la distanza posta dal partner. Inizia a guardare la realtà in faccia e la negazione cessa: si accorge di non essere centrale e fondamentale, come desidererebbe, nella vita del partner. Con il crescere del dolore il DA cerca di controllare sempre più il partner in un’escalation di richieste, rinfacci, liti e minacce.  A questo punto il DA sovrappone l’ancestrale esperienza di abbandono a quella presente e continua a NON vedere realmente il partner poiché vede in lui l’antica figura di riferimento che lo ha abbandonato in passato. Iniziano allora i tipici comportamenti ossessivi di controllo dell’altro e di continua rinegoziazione della relazione; il DA diventa incontrollato e rabbioso e racconta all’esterno di essere stato abbandonato, cercando aiuto dagli altri per affinché impediscano al partner di continuare con i suoi comportamenti. Fa di tutto per riportare sotto controllo l’altro ricorrendo anche a modalità manipolatorie, minacciose, ricattatorie, abusanti, e autodistruttive.

6.    IL RITIRO: il DA finalmente comprende di essere stato lasciato per qualcuno o qualcosa che è più importante per il partner. Entra nella fase del ritiro in seguito alla rimozione della “sostanza” (il partner). Tuttavia, se nelle dipendenze da sostanza la cessazione dell’assunzione porta al recupero e alla guarigione dalla dipendenza, nella DA questo non accade perché l’allontanamento definitivo del partner riattiva brutalmente le antiche emozioni di vuoto, abbandono, paura, gelosia, rabbia e, con esse, quelle più attuali di perdita di una persona amata, della sicurezza economica, di una casa o altri beni materiali, di un ruolo sociale ecc. A questo punto del ciclo, il DA sperimenta un SOVRACCARICO EMOTIVO che non sa gestire (spesso nella DA ritroviamo aspetti di disregolazione emotiva) e possono fare la loro comparsa comportamenti estremamente distruttivi: ideazione omicida o suicidaria spesso accompagnate da ricatti emotivi e stalking, estrema rabbia o depressione, ansia, panico, idee ossessive di vendetta e rivalsa.  E’ difficile restare in questa situazione il tempo necessario per guarire, sarebbe necessario un aiuto esterno. Il DA spesso dunque, per superare il dolore che tutto ciò comporta, automaticamente passa alla fase successiva.

7.    OSSESSIONE: a questo punto del ciclo il DA sposta il fuoco dell’ossessione su come fare per riportare indietro il partner o su come vendicarsi del torto subito.  Se prevalgono la mancanza e il DOLORE DELL’ABBANDONO il DA cercherà in tutti i modi di recuperare il partner. Se prevale la RABBIA sarà ossessivamente assorbito da fantasie di vendetta, a volte al limite della legalità o oltre. Quando il dolore emotivo è molto forte e sovrapposto all’abbandono vissuto in passato, compaiono forme di addiction e compulsioni finalizzate a dare sollievo dal dolore (sex addiction, ricerca di un nuovo partner, abuso di alcol, shopping compulsivo, binge eating, attaccarsi ad uno dei figli se ce ne sono, fumare in modo compulsivo ecc.).

8.    ACTING-OUT COMPULSIVO: il DA a questo punto agisce compulsivamente comportamenti atti a avere sollievo dal dolore, la cui gravità o disfunzionalità dipendono dalla gravità del disturbo:

·         Nuovo ciclo emotivo con un altro partner

·         Recuperare la relazione con il partner evitante e ricominciare il ciclo precedente

·         Comportamenti provocatori per avere l’attenzione dell’ex

·         Tentativi di seduzione dell’ex

·         Minacce per ottenere attenzioni

·         Piani di vendetta

·         Autolesionismo

·         Omicidio/suicidio

 

9.    FASE DI RE-INNESCO: il DA ripete il ciclo con lo stesso partner se questi ritorna nella relazione (per senso di colpa o del dovere) oppure ricerca compulsivamente un altro partner (con caratteristiche verosimilmente simili), con il quale ricomincerà molto probabilmente lo stesso ciclo disfunzionale.

 

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