7 MOTIVI PER CUI ALCUNE PERSONE EFFETTIVAMENTE SI SENTONO MEGLIO DURANTE LA PANDEMIA 

Articolo originale di Jonice Webb, PhD pubblicato su PsychCentral (blogs.psychcentral.com)

 

Traduzione a cura di Annalisa Barbier


Nonostante molte persone, con grande stress e difficoltà si stiano barcamenando come possono per attraversare questo confuso e caotico momento chiamato “pandemia”, c’è un gruppo di persone che stanno vivendo un tipo di vita completamente diversa.

Questa gente sta effettivamente facendo tutt’altro che stressarsi e agitarsi. Infatti c’è qualcosa nella situazione che stiamo vivendo che, per qualche importante e profonda ragione, li fa sentire meglio.

Alcuni si sentono più radicati, alcuni più centrati e focalizzati, e altri più capaci di quanto non si siano mai sentiti prima.

So cosa state pensando: com’è possibile? Queste persone sono così tanto egoiste e autocentrate? Oppure godono nel vedere gli altri che combattono con dolore e preoccupazione?

Assolutamente no.

Molte di queste persone che si sentono meglio, sono sinceramente interessate agli altri e spesso iperfocalizzate proprio sul prendersi cura dei bisogni altrui, a discapito dei propri.

Andiamo a vedere le variabili che potrebbero spiegare tutto ciò.

 

7 MOTIVI PER CUI ALCUNE PERSONE SI SENTONO MEGLIO DURANTE LA PANDEMIA

1.     Persone con cronica FOMO (Fear Of Missing Out ) ossia paura di essere “tagliati fuori”, di perdersi qualcosa. Sono le persone che attraversano la vita sentendosi sempre come se fossero in qualche modo al di fuori delle cose che accadono. Si guardano intorno e vedono gli altri sorridere e godersi la vita. A queste persone sembra sempre che gli altri vivano vite molto più felici ed eccitanti della loro. Così, alla fine, con praticamente quasi tutta la popolazione intrappolata in casa, per loro è più facile restare in casa e rilassarsi, con la consapevolezza che non si stanno perdendo niente.

2.     Quelli che si sono sempre sentiti soli al mondo. Se, da bambino, non hai ricevuto sufficiente supporto emotivo dai tuoi genitori, è probabile che vivrai la tua vita da adulto sentendoti in qualche modo solo al mondo. Probabilmente ti sei sentito solo talmente a lungo, da essere diventata questa una condizione “comodamente scomoda” per te (dolorosa ma familiare, ndr). Forse, in questa crisi globale, sei davvero solo. Probabilmente sei anche capace di tollerare la solitudine molto meglio degli altri. Forse, finalmente, la vita fuori rispecchia il modo in cui ti sei sempre sentito e questo, in qualche modo, ti fa sentire validato (e rassicurato, ndr).

3.     Persone le cui sfide, vissute nell’infanzia, le hanno preparate ad affrontare questa situazione. Se la tua infanzia è stata imprevedibile, piena di incertezza, o ti ha richiesto di prendere decisioni e responsabilità troppo grandi e importanti per la tua età, allora forse sei già “preparato” su come affrontare questo momento. Quando cresci in questo modo, sei costretto a sviluppare abilità speciali per necessità. Impari a focalizzarti al massimo nelle situazioni ambigue, ad agire in modo determinato e a fidarti di te stesso. Dunque hai una conoscenza concreta e diretta delle abilità che servono ad affrontare la pandemia e potresti sentirti più concentrato e sicuro di te ora, di quanto non ti sia sentito negli anni passati.

4.     Persone che si sentono sempre intorpidite o insensibili, a meno che non accada loro qualcosa di estremo. Se non ti descriveresti come una persona emotiva, o se ti scopri a non sentire nulla quando sai che dovresti provare qualcosa, potresti scoprire di provare qualche emozione forte durante l’esplosione di questa pandemia di COVID-19.  Alcune persone hanno bisogno d novità o emozioni forti per sentire qualcosa. Alcune quindi si coinvolgono in attività pericolose, imprevedibili o alla ricerca del brivido, pur di provare qualcosa. Oggi quel rischio, quell’imprevedibilità e quel brivido sono arrivati a loro: finalmente stanno provando dei sentimenti e qualsiasi sentimento, anche negativo, è meglio di sentirsi intorpiditi. 

5.     Gli estremamente introversi. Se sei un tipo pantofolaio, che si stanca di dover andare fuori nel mondo e avere a che fare con la gente, questa può essere la tua tregua. Finalmente, invece di doverti adattare a tutti gli altri, soni gli altri che si adattano a te. C’è una nuova normalità, ed è la tua! Una bella sensazione, in fondo!

6.     Coloro che stavano già lottando contro importanti sfide di vita prima della pandemia. Alcune persone stavano già affrontando problemi di vita o crisi importanti prima che questa pandemia scoppiasse. Per loro, la situazione può rappresentare una sorta di sollievo.  Improvvisamente, con il mondo bloccato, non è più possibile lottare o risolvere qualcosa. Come risultato, questa situazione può fornire un po’ di riposo. Inoltre vedi anche tutto gli altri combattere o preoccuparsi e questo in qualche modo può essere confortante o consolatorio. Anche tutti gli altri stanno avendo problemi, ora (non soltanto tu, ndr).

8.     Gli ansiosi iperapprensivi che hanno passato anni anticipando disastri. L’ansia può portare le persone a sviluppare la grave paura di essere sorprese da qualche inaspettata e dolorosa esperienza. Così, alcune persone cercano di prevedere costantemente qualsiasi cosa che possa andare storta, al fine di proteggersi da qualsiasi shock negativo improvviso. Ed ora, eccoci qui. L’evento terribile tanto anticipato e per il quale si sono tanto preparate, è sopraggiunto. Queste persone potrebbero sentirsi sollevate dal fatto che ciò per cui si sono tanto attivate e per cui hanno tanto vigilato nella loro vita, sia infine arrivato. Invece di sentirsi scioccate, si sentono dunque sollevate.

 

COSA SIGNIFICA TUTTO QUESTO

Se ognuno dei punti di cui sopra si applica a te, anche solo in piccola parte, può darsi che possa sentirti in colpa per questo. Potresti essere preoccupato per il fatto che sia sbagliato sentirsi meglio in un momento come questo.

Voglio rassicurarti che non è così! Poiché non possiamo scegliere i nostri sentimenti, non dovresti mai giudicare te stesso per provare un certo sentimento (o una certa emozione, ndr). Ma è una tua responsabilità usare le  tue emozioni in modo sano. Ne parleremo meglio tra breve. 

Ma prima…

Se qualcuno dei primi 4 punti in particolare si applica a te, se sei propenso al FOMO (Fear Of Missing Out), a provare cronici sentimenti di solitudine, se eri preparato a questa pandemia a causa della tua infanzia, o vivi con un costante senso di intorpidimento emotivo, potresti considerare la possibilità di essere cresciuto sperimentando una qualche misura di Childhood Emotional Neglect o CEN (trascuratezza emotiva nell’infanzia).  Il CEN può essere difficile da ricordare o da vedere,  eppure lascia sulle spalle questo carico specifico (queste conseguenze emotive tipiche, ndr) che ci si porta dietro per tutta la vita adulta.  Ma una cosa buona sul CEN è che una volta che lo hai riconosciuto, lo puoi guarire!

Ora vediamo come puoi usare la tua “preparazione” e i tuoi sentimenti positivi di questo periodo.

Probabilmente in questo momento hai più tempo a disposizione, e potresti provare un certo sollievo. Questa è la tua opportunità per lavorare a comprendere meglio te stesso, riconoscendo le sfide della tua infanzia – che probabilmente ti hanno reso più forte – ed accettando i tuoi sentimenti (emozioni, pensieri e sensazioni, ndr) attuali, invece di giudicarti negativamente per provarli.

E’ un momento difficile, in modi e per ragioni che non abbiamo mai immaginato prima, e ci siamo dentro tutti insieme. Ma, per un altro verso, da soli. Che meravigliosa svolta sarebbe se usassi questo tempo per guarire te stesso. 

 

*Jonice Webb è una psicologa, riconosciuta per il suo lavoro nel definire, descrivere e portare l’attenzione sul CEN. Se volete saperne di più visitate il suo SITO.

 

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LIBRI E ARTICOLI: 

  • Van der Kolk, B. A. (2005). Developmental Trauma Disorder; Towards a rational diagnosis for children with complex trauma histories. Psychiatric Annals, 5, 401-408

 

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Commenti: 1
  • #1

    Alessandra (giovedì, 30 aprile 2020 22:11)

    Grazie mille dottoressa! Articolo molto interessante! Mi piacerebbe intraprendere un percorso con Lei...