DEPRESSIONE?

Scritto da: DOTT.SSA ANNALISA BARBIER

 

Mi sono accorta che molto spesso ancora oggi, nel 2012, si tende ad utilizzare il termine “depressione” in modo improprio o con una certa leggerezza, con esso intendendo una varietà di stati d’animo che vanno dalla tristezza momentanea alla malinconia, alla nostalgia, all’angoscia.

In realtà la depressione rappresenta una condizione patologica definita, con caratteristiche e sintomatologia specifiche, e spesso di una tale gravità da portare in chi ne è affetto sino al  ricovero in ospedale, o in altre strutture specifiche.

 

Per avere qualche informazione “non professionale” ma di vita vissuta, in merito a come le persone vedono e considerano  la depressione, ho rivolto la seguente domanda i miei contatti di Facebook:

“Se vi chiedessero cosa è la depressione, voi che rispondereste?

(tutte le riposte trascritte sono quelle originali ma  - ovviamente – qui restano completamente anonime)

  • mal di vita?
  • Cos’è la depressione? A occhio e croce (e anche un po’ per sentito dire) direi che è quando non trovi una buona ragione per vivere, per andare avanti, per “fare” e quindi ti lasci andare e lasci che tutto scorra.
  •  il dolore dell’anima………..l’affanno del respiro………la non vita
  • quando la morte ti fa ridere, ma la vita no…
  • Combattere contro se stessi
  • Non confrontarsi….non guardarsi intorno e vedere che ci sono persone che lottano come disperati per sopravvivere a un brutto male, alla miseria, alla solitudine…..
  •  La depressione è un gigante invisibile che ti schiaccia, ti toglie la speranza, ti toglie la gioia di vivere….. Ma si può vedere anche come un tunnel che, in alcuni casi, è senza luce…. In altri casi riesci a vedere la luce ma poi scopri drammaticamente che quella luce non viene dalla via d’uscita ma dalla via d’entrata…
  • Un male oscuro da cui non guarisci ma impari a conviverci.
  • La solitudine è il sovraprezzo. La grandissima maggioranza ti scansa. Oppure ne approfitta per farti rotolare più presto possibile nella fossa. Compreso il sistema sanitario. A 61 anni sono solo, a parte il lavoro,  che ho perso, e gli stretti familiari.
  •  Pozzo nero senza fondo! ma parole e immagini non rendono bene il dolore ed il vuoto…
  •  la completa assenza di desideri e senso di inutilità’ e passività’. Solamente che e un qualcosa di terribile…peggio di una prigione da cui non trovi un buco per evadere…..
  •  un tunnel senza uscita…
  •  Se non riesci a convivere con la malattia, ci sono anche queste forme, o gradi di malessere, i servizi pubblici a nostra disposizione sono insufficienti. Così come quelli per le cure odontoiatriche. Non ho a disposizione studi attendibili da cui ricavare la certezza del gran numero di ambulatori dentistici privati, sicuramente maggiore del numero, altrettanto considerevole, degli studi privati di psichiatri e di psicologi. Se non hai fondi sufficienti, soffri e basta. O rimani sprovvisto delle soluzioni ottimali per i denti mancanti.
  • la Depressione è un’OMBRA…ti segue..ti guarda..ti giudica e ti perseguita…ti sorprende a fissare per ore un muro..chiedendoti “che ne sarà della mia vita?” e poi ELLA ti punisce con il SENSO DI COLPA….è la stasi totale del tuo corpo..è il TERRORE vero..per tutto ciò che ti circonda…è una perdita continua di te stesso…all’infinito..ora dopo ora…sei morto e lo sai..ma continui ad ascoltare le sue grida…senza fine…..Mi sono dilungata un po’…ma ho voluto scriverle quello che è stato per me a livello emotivo…mi perdoni se ho usato questo un po’ come uno sfogo..colgo l’occasione di farle i complimenti per il suo blog! BUONA SERATA E BUONA VITA!

 

 

Queste sono alcune delle risposte che ho ricevuto grazie alla partecipazione, sempre vivace, dei miei contatti su Facebook.

Le persone descrivono la depressione come un abisso, un tunnel senza uscita, il buio dell’anima, dolore, perdita della speranza, dell’iniziativa, della voglia di vivere e della fiducia nel futuro, presenza di dolorosi sensi di colpa, senso di impotenza… e via dicendo.

E’ senza dubbio una delle peggiori esperienze emozionali e cognitive, perchè da una parte ci priova completamente della forza e del desiderio di fare e dall’altra ci colpevolizza e ci ferisce ancora di più proprio perchè non riusciamo a fare.

Una punizione dell’anima… l’anima ferita si richiude su se stessa come un fiore notturno alla luce del sole, si osserva, implode nel proprio mondo isolato e doloroso, fatto di dialoghi interiori autopunitivi e denigratori. Si spaventa di fronte alla propria profondità e all’abisso che ogni essere umano cela.

Mi piacerebbe allora con questo mio semplice articolo, aiutare i non addetti ai lavori a fare un po’ di chiarezza nel mare magno delle varie accezioni  – più o meno tecniche, più o meno corrette e più o meno utili -  che della depressione vengono date, per aiutare le  persone a comprendere alcuni fatti fondamentali e – chissà – magari anche a sentirsi meno “malate”:

1)     Esistono diverse forme di depressione che si differenziano per gravità, durata ed eventuale presenza di sintomi concomitanti. E’ importante distinguerne le caratteristiche e l’origine.

2)     Esiste una quota di tristezza, malinconia o “melancolia”  completamente FISIOLOGICA e cioè normale, che sopravviene in momenti specifici della nostra vita. In molti casi si tratta anzi di un utilissimocampanello d’allarme che ci dice “hey, sveglia! Guarda che non ti stai più ascoltando! Nella tua vita c’è qualcosa che non va più bene e lo devi cambiare”!

Cito in merito a questa mia affermazione, la bellissima riflessione che mi ha regalato: Benedetto Tangocci  (di Beta Pensiero)

Io proporrei di riflettere sul termine adottato, poiché esso aggiunge ad uno stato fisico una visione interpretativa. Il secolo scorso il termine psichiatrico adottato per questo stato d’animo (anche quello adottato da Freud pertanto) era “melanconia” (non malinconia…). Un termine non è mai un neutro descrittore ma evoca e porta con sé il suo etimo e la sua visione del mondo. Pertanto quello che oggi è interpretabile come un abbassamento dell’umore, un calo di serotonina ed un’immagine di carenza (depressione) era visto un tempo come uno dei possibili umori, quello “nero” (da cui appunto melanconia deriva) che trovava il suo riferimento oltre che nella letteratura anche nell’Alchimia, dove lo stato al nero rappresentava il primo indispensabile passaggio per lo stato al rosso ed infine al bianco: ovvero per l’inizio di un lavoro su di sé. Da questa prospettiva tale stato d’animo rappresentava (a prescindere che si conoscesse o meno l’etimologia lessicale e culturale il termine attingeva ugualmente da esse la propria rappresentazione) innanzitutto un’opportunità non una banale carenza cui porre rimedio il prima possibile.

3)    Psicoterapia e trattamenti  farmacologici sono estremamente utili, soprattutto se associati. Laddove l’effetto del farmaco è di duplice utilità: da una parte solleva il paziente dal dolore profondo, dall’inazione e dalla passività che peggiorano il suo stato d’animo; dall’altra lo pone nella condizioni migliore per poter affrontare la vita, gli eventi e l’impegno che la psicoterapia comporta.

Ciononostante, l’assunzione di farmaci antidepressivi è da considerarsi a mio avviso strettamente limitata ai casi gravi e non va fatta con la leggerezza di voler semplicemente superare un momento difficile senza impegnarsi ad amare e comprendere la propria vita profonda.

4)     Facebook e depressione: le numerose ricerche effettuate per studiare e valutare l’influenza dei Social network (Facebook, Twitter, Pinterest ecc…) sull’umore e la psicologia degli utenti, hanno dato risultati discordanti: l’equazione facebook = ansia e depressione è da ritenersi incorretta e limitativa. Ma di questo parlerò nel mio prossimo articolo!

Buona vita a tutti!

 

 

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